Monologo - Una Storia Senza Nome

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO


Il monologo di Valeria nel film "Una storia senza nome" di Roberto Andò offre un'esposizione cristallina dei temi delle dinamiche di potere all'interno dell'industria cinematografica, attraverso il prisma del suo rapporto complicato con il regista Alessandro Pes.

UNA STORIA DIVERSA


MINUTAGGIO: 35:23–36:56

RUOLO: Valeria

ATTRICE: Micaela Ramazzotti

DOVE: Rai Play



ITALIANO


Pensavo che, come al solito, sarebbe andata liscia. Tu ci mettevi la faccia e io la storia. Chi se lo poteva immaginare? Alessandro, tu la chiamavi collaborazione, ma diciamo le cose come stanno: erano anni che non scrivevi più nemmeno un rigo. Sì vabbè, qualche volta un’ideuzza, ma niente di trascendentale. Puro mestiere. Ora io, non è che voglio recriminare eh, non l’ho mai fatto e non lo farò nemmeno adesso che sei ridotto così. Però, se è vero che il cinema per metà è seduzione, tu ci hai sedotto a tutti. Sei stato un assoluto fuori classe. Hai sedotto i produttori, le produttrici, i distributori, le distributrici, le attrici, gli attori, le parrucchiere, le truccatrici, i piccoli ruoli, le stagiste, Alessandro, quelle giovani… E poi, tra una scopata e l’altra, quando ti avanzava del tempo, hai sedotto anche me. E io che ho fatto Alessandro? Ti ho dato tutto il mio amore, la mia fantasia. E tu in cambio mi hai trattata come una stronza. Amore mio, la tua storia ti sopravviverà. Una storia senza nome. Di Alessandro Pes. Ti piace? Ti piace.

UNA STORIA SENZA NOME...


"Una storia senza nome", diretto da Roberto Andò, è un film italiano uscito nel 2018 che mescola elementi di thriller e di dramma. La trama si concentra su Valeria, Micaela Ramazzotti, una giovane segretaria di un produttore cinematografico. Valeria è anche una sceneggiatrice aspirante e scopre che il famoso regista Alessandro Pes (Alessandro Gassmann) ha rubato uno dei suoi copioni per realizzare un film.


Il film esplora temi come l'arte, l'inganno e la ricerca della verità, inserendo un intrigante gioco di specchi tra la realtà e la finzione, elemento ricorrente nel cinema di Andò. Valeria decide di affrontare il regista, iniziando un viaggio che porta alla luce segreti e verità nascoste. La trama si arricchisce ulteriormente con l'intervento di un misterioso uomo, interpretato da Renato Carpentieri, che si rivela essere una figura chiave nella storia.


Roberto Andò utilizza una narrazione che mescola realtà e finzione, creando un intreccio dove i personaggi principali devono confrontarsi con i propri limiti e le proprie ambizioni.

ANALISI DEL MONOLOGO


Il monologo di Valeria nel film "Una storia senza nome" rivela molteplici strati di emozione e complessità. Valeria inizia riconoscendo un accordo non detto tra lei e Alessandro: lui è il volto pubblico, mentre lei è la mente creativa dietro le quinte. Questo accordo sembra aver funzionato per un tempo, ma porta con sé una sensazione di ingiustizia e sfruttamento che Valeria ha sopportato. Valeria mette in discussione la natura della loro collaborazione. Usa il termine con una certa ironia, suggerendo che ciò che Alessandro chiamava "collaborazione" era in realtà un modo per lui di prendersi i meriti del lavoro di altri senza contribuire in modo significativo.


La capacità di Alessandro di sedurre chiunque entra in contatto con lui è evidenziata come una delle sue più grandi abilità. Valeria lo descrive come un "fuoriclasse" nella seduzione, che utilizza questo talento per guadagnare favori personali, e per avanzare nella sua carriera. Qui, il cinema è descritto come "per metà seduzione", sottolineando il potere e l'influenza che la personalità carismatica di Alessandro ha sul mondo del cinema.


Nonostante il rancore e il risentimento, Valeria esprime un profondo legame emotivo con Alessandro, rivelando che gli ha dato "tutto il mio amore, la mia fantasia". Questa dichiarazione riflette la complessità del loro rapporto, mescolando amore, ammirazione, delusione e tradimento.


Valeria conclude il monologo con una riflessione amara sul lascito di Alessandro, indicando che la storia che hanno creato insieme, "Una storia senza nome", sopravviverà a lui. È una riflessione sulla durata e l'importanza delle opere creative rispetto alle vite personali turbolente di coloro che le creano.

Conclusione


Il discorso di Valeria illumina la sua battaglia interna tra amore e risentimento, e solleva anche questioni più ampie sulla proprietà intellettuale, sulla riconoscenza e sull'identità creativa. Riflettendo su questi temi, il film di Roberto Andò ci invita a considerare il vero costo della creazione artistica e il valore intrinseco delle storie che sopravvivono ai loro creatori.

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