Monologo - zio Jimmy da \"The Bear 3: Scuse\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di zio Jimmy in "The Bear" ci aiuta a comprendere sia il personaggio di Jimmy, che i temi centrali della serie, come l'ambizione, il fallimento e la pressione familiare. Jimmy esprime le sue paure riguardo al futuro del ristorante di Carmy e il suo ruolo di sostenitore finanziario.

C'ERA UNA VOLTA...

STAGIONE 3 EP 9

MINUTAGGIO: 18:58-22:01
RUOLO: zio Jimmy

ATTORE: Oliver Platt
DOVE: Disney +



INGLESE


Yeah, I went to a lecture series. How you think I got so fucking erudite? A bong hit? Anyway, dreams, they always, like… They start from a place of passion, right? And by the way, when I say dreams, I mean goals. Not like when you’re, you know, asleep and you’re stuck at the bottom of a swimming pool and your fucking teeth keep floating up out of your head and you look down… and you got a fucking tattoo of a bulldog on your cock. Anyway, so I’m in this lecture, and it’s called “The Day Tomorrow Began,” right? It’s all about these breakthroughs in, like, science and fucking culture and whatever. And, um, actually about how they’re all born from people of the U of Chicago, right here in Illinois, you know? Crazy fucking shit, let me tell you. Like carbon dating. You know what that is? I don’t think so. So when anything is alive… anything, like plants, animals, human beings, whatever, we absorb carbon 14 atoms into our tissue, all right? So then when we die, those atoms start to get released back out in the atmosphere. This one motherfucker, right? He figures out how to measure how long something’s been dead by counting the remaining carbon 14 atoms. Who the fuck thinks of that, right? I don’t know. Another one? First nuclear reactor. That’s right. University of fucking Chicago, baby. Huh. Yeah. It’s inspiring, really, ’cause it’s kind of, like, if you really nurture these dreams, these goals, no matter how batshit crazy they sound, and trust me, there are, like, 15 more of these breakthroughs, positively fucking idiotic, all right? But you can make an impact, right? You can actually change the fucking world, as long as you have a place like the university to take care of you, to… let you do your thing. Let you drive, right? And, uh, keep you financed. I just remember, the whole time, thinking, “Whoa, not everything can be that.” Bear, listen, you know, I’ve been trying to nurture this thing. I have. I know. But if we get killed… I-I-I gotta not get killed. Okay? I’m telling you that if we get a bad review, I gotta cut the fucking string. All right. So look, there’s some other info it is my duty to impart to you, and it’s just my sincere hope you don’t resent me for it too much. Your mom wants you to call her. It’s the baby.



ITALIANO


Si, sono stato a delle conferenze. Sennò come sarei diventato così erudito? Facendomi le canne? Ad ogni modo si dice che i sogni scaturiscano da una passione, no? Per la cronaca quando parlo di sogni intendo obiettivi; non quando stai dormendo e sogni di essere bloccato sul fondo di una piscina e ti si staccano i denti uno a uno e guardi in basso e vedi che hai il tatuaggio di un bulldog sul cazzo. Ma tornando a noi, sono stato a una conferenza intitolata: “Il domani è già cominciato”, ok? Parlava di svolte epocali in ambito scientifico, culturale e… roba varia. Dicevano che tante svolte sono arrivate grazie a studiosi dell’università di Chicago. Scoperte fichissime, credimi. Tipo… la datazione al carbonio. Sai cos’è? Allora, quando una cosa è viva, qualunque cosa, come piante, esseri umani, eccetera, assorbe atomi di carbonio nei tessuti, ok? E al momento della morte, quegli atomi vengono gradualmente rilasciati nell’atmosfera. C’è un figlio di puttana, ok, che è riuscito a risalire al momento esatto della morte contando gli atomi di Carbonio 14 rimanenti. Chi ci avrebbe pensato? E un’altra? Il primo reattore nucleare. Viene dall’Università di Chicago, quei bastardi. Si, è di ispirazione, perché a quanto pare, se coltivi questi obiettivi, questi sogni, non importa quanto cazzo sembrino assurdi... E credimi, ci sono altre 15 svolte epocali che sembrano stupidaggini demenziali, ok? Ma… anche tu puoi fare la tua parte, no? Puoi davvero cambiare questo mondo. A patto che ci sia un posto come l’Università che si prenda cura di te, che… ti lasci carta bianca, che ti lasci il timone, no? E che… finanzi il tuo sogno. Ricordo di aver pensato: “Ah, io… non credo di poterlo fare”... Bear ascoltami, ho cercato di sostenerti in ogni modo. Dico davvero, ma se ci ammazzano… io, io non mi farò ammazzare, ok? Voglio dirti che con una brutta recensione chiudo i rubinetti. D’accordo. Senti, ci sarebbe un’altra cosa che è mio dovere riferirti, e io spero sinceramente che tu non me ne vorrai per questo… Tua mamma vuole che la chiami per la bambina.

THE BEAR

"The Bear" è una serie televisiva americana creata da Christopher Storer, che ha debuttato su FX on Hulu nel giugno 2022. La serie è stata accolta con grande entusiasmo per la sua qualità narrativa e il realismo delle sue ambientazioni.


Trama

La storia ruota attorno a Carmen "Carmy" Berzatto (Jeremy Allen White), un giovane e talentuoso chef che ha lavorato nei migliori ristoranti stellati del mondo. Dopo il suicidio di suo fratello Michael, Carmy torna nella sua città natale di Chicago per gestire la modesta e disorganizzata paninoteca di famiglia, chiamata "The Original Beef of Chicagoland", che era appunto gestita dal fratello. La serie affronta la sfida emotiva e professionale che Carmy deve affrontare nel passare da un ambiente di alta cucina a uno molto più modesto e caotico. La cucina del ristorante è piena di problematiche: debiti, personale non qualificato e relazioni difficili. Carmy deve bilanciare il suo desiderio di migliorare il ristorante con il bisogno di onorare il lascito del fratello e il peso delle questioni familiari irrisolte.


Temi principali

La morte di Michael è al centro della narrazione e ogni personaggio si confronta con questo dolore in modo diverso. Carmy, in particolare, è afflitto dal rimpianto e dal senso di colpa, oltre che dalla pressione di dover mantenere a galla il ristorante. La serie è apprezzata per la sua rappresentazione autentica dello stress e del caos di una cucina professionale, con momenti di alta tensione che rendono palpabile l'ansia e il ritmo frenetico del settore della ristorazione. Oltre al lato professionale, "The Bear" esplora le complesse dinamiche familiari di Carmy, soprattutto il suo rapporto con la memoria del fratello e i sentimenti contrastanti verso ciò che Michael ha lasciato in eredità.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di zio Jimmy evidenzia diverse sfaccettature della sua personalità e riflette temi centrali nella serie, come la tensione tra ambizione e paura, il sostegno familiare e la pressione delle aspettative.


Zio Jimmy inizia con un tono apparentemente disinvolto, usando un umorismo un po' grottesco (il riferimento al sogno strano e al bulldog tatuato) per alleggerire la tensione. La sua riflessione sui sogni e sugli obiettivi rivela una profonda ansia. Parla di svolte epocali, come la datazione al carbonio e il primo reattore nucleare, scoperte nate dall'Università di Chicago, per sottolineare come i sogni, per quanto assurdi possano sembrare, possano portare a cambiamenti enormi.


Jimmy cerca di trasmettere un messaggio di incoraggiamento a Carmy: "anche tu puoi fare la tua parte", indicando che anche lui ha la possibilità di cambiare il mondo attraverso il suo ristorante. Ma dietro queste parole, emerge una preoccupazione evidente: Jimmy ha paura che il sogno di Carmy, rappresentato dal ristorante, possa fallire. Il monologo sottolinea la linea sottile tra ambizione e fallimento, che è un tema centrale della serie.


Zio Jimmy sottolinea quanto sia fondamentale avere qualcuno che ti sostenga, come l'Università di Chicago ha fatto per i grandi scienziati. In questo caso, Jimmy stesso è quel supporto per Carmy, e la sua metafora sull'università che "lascia carta bianca" riflette il suo tentativo di essere quel mecenate, finanziando il ristorante e dando a Carmy lo spazio per realizzare il suo sogno.


Ma la frase: "Se ci ammazzano… io, io non mi farò ammazzare", rivela che il sostegno di Jimmy ha un limite. L'ansia per la recensione imminente mette in crisi questo equilibrio: una brutta recensione potrebbe significare il fallimento, e Jimmy non è disposto a continuare a finanziare un'impresa che percepisce come destinata al crollo. Questa affermazione crea una tensione implicita tra Jimmy e Carmy, poiché Jimmy avverte che, nonostante tutto il suo aiuto, ci sono confini oltre i quali non andrà. Zio Jimmy sembra rispecchiare il tema più ampio delle aspettative familiari e del peso che Carmy sente nel realizzare il suo sogno, e nel soddisfare le persone che lo circondano. Jimmy, con il suo denaro, rappresenta una di queste pressioni. Nonostante i suoi discorsi ispirati sugli obiettivi e sulle svolte epocali, alla fine emerge la sua preoccupazione per il ritorno economico. La frase "con una brutta recensione chiudo i rubinetti" è inequivocabile: Jimmy è coinvolto nel sogno di Carmy fino a un certo punto, ma se la visione di Carmy fallisce, anche lui si ritirerà.


La chiusura del monologo è piuttosto brusca, quando Jimmy menziona la madre di Carmy e la bambina. Questo cambio di tono sottolinea il caos emotivo che Carmy vive, con il peso del ristorante da gestire insieme alle dinamiche familiari irrisolte. Il richiamo alla madre e alla bambina potrebbe simboleggiare il continuo senso di responsabilità familiare che Carmy sente, accrescendo il conflitto tra il suo bisogno di successo professionale e le sue radici familiari.

CONCLUSIONE

Il monologo di zio Jimmy, tra humour e tensione, incarna uno dei temi fondamentali della serie: il conflitto tra il sogno di Carmy di trasformare il ristorante e le realtà economiche e familiari che mettono a rischio quel sogno. Jimmy rappresenta una figura ambivalente, divisa tra l'incoraggiamento verso Carmy e la propria paura del fallimento. Questo discorso mette in luce quanto i sogni possano essere fragili e dipendenti non solo dal talento individuale, ma anche dalle condizioni esterne, come il supporto finanziario e il giudizio pubblico.

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