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~ LA REDAZIONE DI RC
Il film ruota intorno a Pete Garrison, interpretato da Michael Douglas, un veterano dei Servizi Segreti con una carriera impeccabile: è uno degli agenti che salvò Reagan da un attentato. Ora lavora a stretto contatto con la First Lady (Kim Basinger), ed è uno dei più fidati responsabili della sua protezione. Ma sotto la superficie, Garrison custodisce un segreto: ha una relazione extraconiugale con la First Lady. Una dinamica che aggiunge già da sola una bella carica drammatica al suo personaggio.
Le cose iniziano a precipitare quando un collega viene ucciso in circostanze sospette. L’omicidio innesca un’indagine interna che fa emergere una possibilità terrificante: potrebbe esserci una talpa all’interno dei Servizi Segreti, qualcuno coinvolto in un complotto per assassinare il Presidente degli Stati Uniti.
A guidare l'indagine viene chiamato David Breckinridge (Kiefer Sutherland), ex amico e collega di Garrison. I due hanno un passato irrisolto: Breckinridge sospetta che Garrison, tempo addietro, abbia avuto una relazione con sua moglie.
Quindi il loro rapporto è teso, e questo diventa un elemento fondamentale della dinamica narrativa del film. C’è anche un’agente più giovane, Jill Marin (Eva Longoria), fresca di accademia, che si affianca a Breckinridge nell'indagine.
Le indagini interne iniziano a far emergere una serie di indizi che puntano dritti verso Garrison. Lui si ritrova incastrato, e per evitare l’arresto è costretto a scappare e a indagare in parallelo per dimostrare la sua innocenza. Sì, siamo in territorio Fugitive-style (Michael Douglas in versione mini-Fugitive, diciamo), con la differenza che qui il suo personaggio è davvero coinvolto in un comportamento compromettente – la relazione con la First Lady – che rende difficile difendersi.
Nel frattempo, il tempo stringe. L'attentato al presidente si sta concretizzando, e Garrison, braccato dai suoi stessi colleghi, è l’unico che potrebbe avere le informazioni giuste per fermarlo.
David: Kiefer Sutherland
Pete: Michael Douglas
Pete: Se non ho superato il test perché sono ancora in servizio.
David: Il direttore non ha voluto arrestare uno degli uomini che ha salvato la vita a Raegan senza una prova in più. Da quanto lavori per il cartello di Baranchia.
Pete: Di che cosa stai parlando?
David: Puoi entrare per favore. Pete Garrison, l’agente speciale Ortega, dell’FBI. Che cosa facevi in quel caffè a Las Palmas?
Pete: Stavo prendendomi un caffè.
David: Ci metti quattro ore a prenderti un caffè?
Pete: Aver passato soltanto qualche ora in un bar crea un problema, per caso?
David: Tom di Paolo ha detto che ti ha chiamato quattro volte, non hai mai risposto. E che hai quasi perso il volo del Marine One ieri.
Pete: Hanno anticipato il volo di due ore, io ero nel bar, c’era rumore, non ho sentito il cellulare. Ma che cos’è questa storia. E allora tu? Perché diavolo mi pedinavi?
Ortega: Caffè Las Palmaspurtroppo è un luogo di incontro del cartello di Baranchia.
David: Hai sbagliato Pete. Sei stato fregato da un appostamento. Voglio sapere chi è il tuo referente del Cartello, e come avresti fatto ad aiutarli ad uccidere il Presidente.
Pete: Perché dovrei voler uccidere il presidente. Quale motivo avrei.
David: Non lo so Pete e in realtà non mi interessa. Io so quello che mi dicono le prove.
Pete: Io ho dedicato tutta la mia vita ai servizi segreti. Io mi sono svegliato alle quattro tutte le sante mattine.
David: Allora è questo il problema. Sei amareggiato perché dopo tanti anni di servizio non sei diventato direttore?
Pete: Oh, nonono, non confondere la tua ambizione con la mia, ti prego.
David: Ma dai Pete, pensaci bene. E’ poco chiaro alla gente. Insomma, voglio dire, ti sei beccato una pallottola al posto del Presidente, e nei quindici anni successivi non sei diventato supervisore dei suoi fedelissimi. E quello lo so che lo volevi. Ma non ci mettono uomini che infrangono le regole, anche di poco,a capo di chi protegge il presidente. Anche se si sono beccati una pallottola al post suo.
Pete: E questa tua opinione è professionale o personale. Perché mi sembra che questa faccenda…
David: Sei con le spalle al muro.
Pete: Si sia spostata su un piano piuttosto che un altro. Io non ho avuto una storia con Cindy.
David: Questo non c’entra niente con Cindy.
Pete: Non ti ho fatto questa carognata.
David: Non stiamo parlando di Cindy!
Pete: Noi parliamo sempre di quello anche quando non ne parliamo.
David: Tu non riesci a guardarmi senza pensarci.
Pete: Io sono calmo. Sei tu che hai distrutto il tuo matrimonio, e questo ti ha completamente ottenebrato!
David: Ma io tengo solo conto di prove inconfutabili. Macchina della verità, Cafè Las Palmas, il tuo libero accesso al Marine One.
Pete: E’ stato colpito da un missile, maledizione!
David: E’ stato colpito da un missile perché i razzi e i dispositivi di sicurezza erano disattivati.
Pete: Ma trecento persone avevano accesso all’elicottero.
David: Spiegami del tuo conto in banca.
Pete: Che cosa?
David: La tua firma è su tutti i documenti.
Pete: Ah, no, io… mi stanno incastrando.
David: Dai Pete, dimmi che questa non è la tua firma?
Pete: Mi stanno incastrando.Pensaci. Ad avviare questa indagine sono stato io. Perché farlo se volevo uccidere il presidente.
David: Tu hai avviato un’indagine su un traditore nel nostro dipartimento, perché così ad assassinio avvenuto saresti stato in fondo alla lista dei sospettati!
Pete: Mi stanno incastrando, Maledizione, Kane. Tu mi arresti e finisce qui.
David: E’ meglio per te se provi a collaborare.
Siamo davanti a una delle scene centrali di The Sentinel. Questo dialogo tra Pete Garrison (Michael Douglas) e David Breckinridge (Kiefer Sutherland) non è solo un confronto tra due colleghi: è un vero e proprio duello drammatico, in cui la tensione personale e quella politica si sovrappongono e si confondono.
Fin dalle prime battute, David assume il ruolo dell’interrogatore freddo, quasi robotico:
"Da quanto lavori per il cartello di Baranchia?"
È una frase tagliente, che arriva senza preavviso e sposta subito il tono su un livello quasi irreversibile: qui non si discute di dettagli, si lancia un’accusa gravissima, e Pete si ritrova a reagire, spiazzato:
"Di che cosa stai parlando?" Questa battuta segna la linea: da questo momento il dialogo non è più un confronto tra colleghi ma un interrogatorio di stampo quasi poliziesco, con l’FBI come spettatore muto (Ortega) e David che gioca il ruolo del pubblico ministero.
David spara una serie di prove circostanziali: Il test del poligrafo fallito. Le telefonate non risposte, Il Cafè Las Palmas, sede del Cartello. Il quasi ritardo al volo presidenziale. Il conto in banca con firme sospette. L’accesso al Marine One con i sistemi di sicurezza disattivati.
Poi, però, ecco che qualcosa si incrina. La tensione cambia marcia:
“E allora tu? Perché diavolo mi pedinavi?”
E soprattutto:
“Io non ho avuto una storia con Cindy.”
“Non stiamo parlando di Cindy!”
“Noi parliamo sempre di quello anche quando non ne parliamo.”
Queste battute sono fondamentali. La questione Cindy – la ex moglie di David – è il sottotesto emotivo di tutto il dialogo. Ed è lì che il confronto si fa personale, dove l’amarezza prende il posto della logica.
Pete accusa David di essere accecato dalla rabbia e dalla gelosia:
“Sei tu che hai distrutto il tuo matrimonio, e questo ti ha completamente ottenebrato!”
David cerca di riportare tutto sul piano “oggettivo” delle prove, ma ormai è chiaro: le due verità si intrecciano. Il lavoro e la vita privata non sono più separabili.
Pete Garrison è un personaggio che porta sulle spalle il peso dell’integrità perduta, o quantomeno messa in discussione. La sua difesa non è costruita su una strategia, ma su un’esplosione emotiva:
“Io mi sono svegliato alle quattro tutte le sante mattine.”
Questa frase è il cuore della sua identità: la dedizione quotidiana, la routine militare, l’abitudine a servire qualcosa di più grande. Ma questa frase, detta in quel momento, non ha alcun valore giuridico. Ha valore umano. È il grido di uno che sente il terreno crollargli sotto i piedi.
E poi arriva una delle sue risposte più rivelatrici:
“Mi stanno incastrando, maledizione.”
Qui non sta più solo parlando con David. Sta parlando con se stesso, sta cercando disperatamente di convincersi che c’è ancora una via d’uscita.
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