Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Siamo nella parte conclusiva del film "Infinite". Evan McCauley ha completato il suo arco trasformativo: da uomo confuso e frammentato, convinto di essere pazzo, a individuo pienamente consapevole del proprio ruolo come Infinito. Il monologo arriva proprio dopo che ha affrontato i suoi nemici, riscoperto le sue vite passate, e soprattutto compreso chi è e cosa rappresenta.
In quel momento non sta solo parlando agli altri personaggi. Sta parlando a se stesso, e in un certo senso anche allo spettatore. È un pensiero in voce alta che ha il sapore di una sintesi — e di una ripartenza.
MINUTAGGIO: 1:44:00-1:46:00
RUOLO: Evan
ATTORE: Mark Wahlberg
DOVE: Netflix
INGLESE
I ask myself… what did being Evan McCauley teach me? If each new life is a chance to build on what was, a chance to press forward to the best of what could be. Why will some of us have to pick up the sword and fight again… while others discover a new beginning? It’s hope. That’s what I learned. Yes, we fall. Yes, we fail. Yes, sometimes we screw up everything we touch. But each moment we live is connected by a belief that the actions we take will next day, next week, next life add up to something more, something bigger than yourself. And next… well, the possibilities are… infinite.
ITALIANO
Mi chiedo che cosa mi abbia insegnato essere Evan McCauley… Se ogni nuova vita è un'opportunità per costruire su ciò che ès stato. Un'occasione per progredire al meglio delle nostre capacità… Perché alcuni di noi devono sguainare la spada e combattere ancora, mentre altri scoprono un nuovo inizio? La speranza. Ecco cosa ho imparato. Si, cadiamo. Si, sbagliamo. Si, a volte distruggiamo tutto ciò che tocchiamo, ma tutti i momenti che viviamo sono legati tra loro dalla convinzione che le nostre azioni, il giorno dopo, la settimana dopo, la vita dopo, serviranno a qualcosa di importante. A qualcosa di più grande di noi. E dopo…? Beh, le possibilità sono… infinite.
“Infinite” è un film del 2021 diretto da Antoine Fuqua, tratto dal romanzo The Reincarnationist Papers di D. Eric Maikranz. È un action fantascientifico che si inserisce in quel filone dove identità, memoria e destino si intrecciano in una narrazione che cerca di tenere insieme filosofia, adrenalina e mitologia personale. Ma andiamo con ordine. Il film ruota attorno a una semplice ma potente idea: alcune persone riescono a ricordare tutte le loro vite passate. Non solo vaghi deja-vu o sensazioni, ma interi blocchi di conoscenza, esperienze, competenze accumulate in secoli o addirittura millenni. Queste persone vengono chiamate Infiniti.
Gli Infiniti si dividono in due fazioni:
I Credenti: vedono il dono della reincarnazione come una responsabilità positiva. Usano le loro conoscenze per migliorare il mondo e preservare l'equilibrio.
I Nihilisti: al contrario, vedono la reincarnazione come una condanna. Desiderano porre fine al ciclo di rinascite, anche a costo di distruggere l'intera umanità.
Evan (interpretato da Mark Wahlberg) è il classico antieroe disilluso: ha problemi mentali diagnosticati, sente voci, ha visioni che non riesce a spiegare, ed è convinto di soffrire di schizofrenia. Ma tutto cambia quando si ritrova braccato da due fazioni misteriose, ognuna convinta che lui sia molto più di quello che sembra.
Il punto chiave è questo: Evan è la reincarnazione di un potente guerriero dei Credenti, che nella vita precedente aveva nascosto un oggetto fondamentale per fermare i Nihilisti – una sorta di arma finale che potrebbe estinguere la vita umana e, con essa, il ciclo delle reincarnazioni.
La trama si sviluppa su due linee parallele:
La riscoperta dell’identità di Evan: il percorso classico dell’eroe smarrito che deve accettare la verità su se stesso. Qui l’arco narrativo è pieno di flashback, training sequence, e momenti di epifania dove Evan recupera abilità che non sapeva di avere (per esempio, forgiare una katana o parlare lingue antiche).
La caccia all’arma nascosta: il motore dell’azione. Bathurst (Chiwetel Ejiofor), leader dei Nihilisti, vuole impossessarsi dell’arma e porre fine a tutto. Evan e i Credenti devono fermarlo.
“Mi chiedo che cosa mi abbia insegnato essere Evan McCauley…” Il tono è riflessivo, quasi intimo. Non parte da una dichiarazione, ma da una domanda. Evan si rivolge al suo io passato e presente: “che cosa ho imparato?”. È una domanda che spesso nei film action non viene nemmeno posta. Qui invece è il punto d’innesco del monologo. “Se ogni nuova vita è un'opportunità per costruire su ciò che è stato…” Qui entra il tema centrale del film: la reincarnazione come evoluzione. Ogni vita è una tappa in una crescita continua, non una replica. La parola chiave è “costruire”. L’idea è che l’esperienza non è solo accumulo, ma fondamento su cui poggia il prossimo passo.
“Perché alcuni di noi devono sguainare la spada e combattere ancora, mentre altri scoprono un nuovo inizio?” Domanda retorica che introduce il dubbio esistenziale: perché certi individui sono destinati alla lotta e altri alla rinascita? Qui Evan riconosce il dualismo dell’esistenza: c’è chi è destinato a combattere (come lui, come Bathurst), e chi può forse trovare pace. Il film, a questo punto, non dà una risposta. Ma pone la domanda in modo sincero. “La speranza. Ecco cosa ho imparato.” Questo è il punto di svolta. Evan non si appoggia a una spiegazione razionale, ma a un valore emotivo. La speranza è ciò che dà senso a questo ciclo apparentemente infinito. Ed è un concetto che si contrappone direttamente alla filosofia nichilista di Bathurst.
“Si, cadiamo. Si, sbagliamo. Si, a volte distruggiamo tutto ciò che tocchiamo…” Tre frasi brevi, secche, realiste. Nessuna idealizzazione dell’essere umano. Evan riconosce i fallimenti, anche quelli tragici. È un passaggio importante perché non glorifica l’umanità. La mostra per com'è: fragile, fallibile, ma comunque capace di significato. “…ma tutti i momenti che viviamo sono legati tra loro dalla convinzione che le nostre azioni, il giorno dopo, la settimana dopo, la vita dopo, serviranno a qualcosa di importante.”
Qui torna il concetto di eredità. Le azioni non sono mai isolate. Ogni gesto è un seme che può germogliare nel tempo, anche oltre una singola esistenza. Evan sta parlando come un uomo che finalmente ha capito che non si combatte solo per sé stessi, ma per una catena più lunga, per un disegno che non si può sempre vedere. “A qualcosa di più grande di noi.” Una delle pochissime volte in cui il film si permette una frase dal tono epico. Ma arriva dopo una costruzione razionale e coerente. Non è un salto retorico, è la naturale conclusione di ciò che ha detto prima.
“E dopo…? Beh, le possibilità sono… infinite.” Il finale gioca col titolo, ma non suona come uno slogan. È una chiusura che lascia aperta la porta. Evan ha capito chi è, ha accettato il suo ruolo, ma non pretende di avere tutte le risposte. Anzi: proprio nell’incertezza trova una forma di libertà. L’infinito qui non è peso, è spazio. Non è condanna, ma opportunità.
Il monologo di Evan McCauley funziona come una sintesi tematica del film e come chiusura emotiva del suo arco di trasformazione. Non è solo una riflessione su ciò che è accaduto, ma una dichiarazione di consapevolezza: vivere, cadere, imparare, ricominciare. È il ciclo eterno non solo della reincarnazione, ma dell’esperienza umana. In un film che spesso corre veloce tra sparatorie e inseguimenti, questo momento si prende il tempo per rallentare e dire: quello che conta, alla fine, è cosa scegliamo di fare con le vite che abbiamo — tutte, una dopo l’altra.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.