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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo avviene nel momento in cui Thanos in “Avengers: Endgame” si confronta con i Vendicatori poco prima della battaglia finale. Non è più il Thanos stanco, quasi “filosofico” di Infinity War, che credeva nel suo piano come un sacrificio necessario. Qui parliamo di un Thanos lucido ma crudele, che ha appena scoperto che la sua “soluzione” non ha portato alla prosperità sperata. Anzi, ha generato resistenza, rabbia, nostalgia.
Ed è proprio la delusione nel genere umano (e in tutte le razze dell’universo) a scatenare la sua nuova determinazione: non più “correggere” l’universo, ma distruggerlo completamente e crearne uno nuovo in cui nessuno ricordi l’originale. È un punto di svolta nella sua psicologia: da fatalista a dittatore demiurgo.
MINUTAGGIO: 2:08:00-2:09:36
RUOLO: Thanos
ATTORE: Josh Brolin
DOVE: Disney+
INGLESE
You could not live with your own failure. Where did that bring you? Back to me. I thought by eliminating half of life the other half would thrive. But you have shown me that's impossible. And as long as there are those that remember what was, there will always be those that are unable to accept what can be. They will resist. I'm thankful. Because now I know what I must do. I will shred this universe down to its last atom. And then with the stones you've collected for me create a new one teeming with life that knows not what it has lost but only what it has been given. A grateful universe.
ITALIANO
Non potevate sopportare il vostro fallimento. Dove vi ha condotto? Di nuovo da me. Pensavo che eliminando metà della vita l’altra metà avrebbe prosperato. mi avete dato prova che è impossibile. E fin quando ci saranno quelli che ricordano ciò che è stato, ci saranno sempre quelli incapaci di accettare ciò che potrebbe essere. Resisteranno. Vi sono grato. Perché ora so cosa devo fare. Ridurrò in briciole questo universo fino all’ultimo atomo, e poi con le gemme che avete raccolto per me ne creererò un altro, brulicante di vita. Consapevole non di cosa ha perso, ma di cosa ha ricevuto. Un universo grato.
Alla fine di Infinity War, Thanos riesce nel suo intento: raccoglie tutte le sei Gemme dell’Infinito e, con uno schiocco di dita, cancella metà della vita nell’universo. Il film inizia dunque in un mondo devastato, traumatizzato dalla scomparsa improvvisa di miliardi di persone, inclusi molti supereroi. Nei primi 20 minuti, i Vendicatori superstiti sono emotivamente distrutti. Tony Stark (Iron Man) è salvato nello spazio da Captain Marvel e torna sulla Terra, profondamente segnato. Quando Captain America, Vedova Nera, Bruce Banner, Rocket, War Machine e Thor si riuniscono con lui, decidono di dare la caccia a Thanos per vendicare le vittime e cercare di recuperare le Gemme.
Ma una volta trovato Thanos, scoprono che le ha distrutte. Thor, in un gesto di rabbia e impotenza, lo uccide. Ma il danno è ormai fatto. C’è un salto temporale di cinque anni. Cinque anni dopo, Scott Lang (Ant-Man) riesce a uscire dal Regno Quantico e si rende conto che per lui sono passate solo poche ore. Condivide la sua scoperta con i Vendicatori: il viaggio nel tempo potrebbe essere la chiave per recuperare le Gemme prima che Thanos le prenda. Nasce così il piano, una rapina temporale: dividere la squadra in gruppi per viaggiare in momenti diversi del passato del MCU e rubare le Gemme dell’Infinito da timeline alternative.
I team si dividono così:
New York, 2012 (The Avengers): Iron Man, Ant-Man, Captain America e Hulk cercano di recuperare la Gemma del Tempo, dello Spazio e della Mente.
Asgard, 2013 (Thor: The Dark World): Thor e Rocket vanno a recuperare la Gemma della Realtà.
Morag e Vormir, 2014 (Guardiani della Galassia e Infinity War): Nebula e War Machine vanno a Morag, Vedova Nera e Occhio di Falco a Vormir, dove però bisogna sacrificare qualcuno per ottenere la Gemma dell’Anima. Natasha si sacrifica.
Durante la missione su Morag, Thanos del 2014 scopre i piani dei Vendicatori grazie ai ricordi di Nebula (tramite la connessione tra le due versioni del personaggio) e decide di intervenire.
I Vendicatori superstiti tornano nel presente con le Gemme. Hulk usa il nuovo guanto costruito da Tony per “risistemare” l’universo: la metà delle vite viene riportata in vita. Ma subito dopo, Thanos del 2014 arriva nel presente con la sua nave da guerra, pronto a conquistare di nuovo tutto, questa volta distruggendo l’intero universo per crearne uno nuovo.
Ne segue una battaglia epica e devastante, il culmine di 10 anni di film.
Alla fine, Thanos riesce quasi a mettere le mani sul guanto. Ma Tony Stark, in un gesto disperato e consapevole, riesce a rubare le Gemme, le infila nel proprio guanto improvvisato e le usa per dissolvere Thanos e il suo esercito.
Ma il gesto lo uccide. Tony Stark muore tra le braccia di Pepper Potts e Peter Parker.
“Non potevate sopportare il vostro fallimento. Dove vi ha condotto? Di nuovo da me.”
Thanos sottolinea l’ineluttabilità della sua presenza: nonostante i tentativi di ribaltare il destino, gli eroi si ritrovano di nuovo a fronteggiare lui. Il fallimento diventa ciclico, e Thanos lo interpreta come una conferma della propria superiorità e centralità nel disegno cosmico.
“Pensavo che eliminando metà della vita l’altra metà avrebbe prosperato. Mi avete dato prova che è impossibile.” Thanos riconosce che la sua vecchia teoria era sbagliata. È raro che un villain ammetta un errore, ma qui lo fa in modo glaciale, come uno scienziato che ha cambiato ipotesi. Il suo errore? Credere che l’umanità potesse essere salvata attraverso un equilibrio imposto. Ha visto che anche i "salvati" non riescono a smettere di guardare indietro. “E fin quando ci saranno quelli che ricordano ciò che è stato, ci saranno sempre quelli incapaci di accettare ciò che potrebbe essere. Resisteranno.”
Thanos capisce che non è la vita in sé a resistergli, ma la coscienza storica. I ricordi, il senso di perdita, la nostalgia: sono questi i semi della ribellione. È una riflessione potentissima sull’identità collettiva e sulla capacità umana (o universale) di non lasciarsi cancellare. “Vi sono grato. Perché ora so cosa devo fare.” Ringrazia i Vendicatori perché lo hanno aiutato a vedere la realtà con maggiore chiarezza. È cinico, ma coerente: l’opposizione non lo ha indebolito, lo ha reso più radicale. Qui Thanos non cerca più di “salvare” l’universo. Vuole sostituirlo.
“Ridurrò in briciole questo universo fino all’ultimo atomo, e poi con le gemme che avete raccolto per me ne creerò un altro, brulicante di vita. Consapevole non di cosa ha perso, ma di cosa ha ricevuto. Un universo grato.”
Questa è la sua nuova visione: la cancellazione totale della storia e della memoria. Non si accontenta più di un reset: vuole un nuovo mondo, nato senza ombra di paragone. Qui Thanos si eleva a creatore assoluto, quasi divino. Il suo obiettivo non è più l’equilibrio, ma la sottomissione totale alla propria volontà creatrice. Parla di “un universo grato” non perché capace di riconoscenza, ma perché ignorante del passato, plasmato secondo i suoi parametri.
Questo monologo rappresenta la definitiva trasformazione di Thanos da antagonista ideologico a tiranno cosmico. Non c'è più la maschera del “messia pragmatico” di Infinity War. Qui si mostra per ciò che è diventato: un dio oscuro, pronto a sacrificare tutto per un'utopia imposta con la forza. Ecco perché il suo piano non è solo folle. È disumano.
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