Analisi del Monologo di V in V per Vendetta: Retorica, Simboli e Identità

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

La scena arriva nei primi minuti del film, dopo che V ha salvato Evey da un’aggressione da parte della polizia segreta. Lui la porta sul tetto e, con il sottofondo di L'ouverture del Guglielmo Tell di Rossini, orchestra un attentato simbolico contro il Palazzo della Giustizia. È un momento spettacolare e carico di senso, quasi operistico. Subito dopo, i due si rifugiano nel teatro sotterraneo di V, ed è lì che lui si presenta con questo monologo.

Io sono... V

MINUTAGGIO: 7:30-7:58
RUOLO: V
ATTORE:
Hugo Weaving

DOVE: Netflix

INGLESE

But on this most auspicious of nights... ...permit me then, in lieu of the more commonplace sobriquet... ...to suggest the character of this dramatis persona. Voilà! In view, a humble vaudevillian veteran... ...cast vicariously as both victim and villain by the vicissitudes of fate. This visage, no mere veneer of vanity... ...is a vestige of the vox populi, now vacant, vanished. However, this valorous visitation of a bygone vexation stands vivified... ...and has vowed to vanquish these venal and virulent vermin vanguarding vice... ...and vouchsafing the violently vicious and voracious violation of volition. The only verdict is vengeance, a vendetta... ...held as a votive not in vain, for the value and veracity of such... ...shall one day vindicate the vigilant and the virtuous. Verily, this vichyssoise of verbiage veers most verbose. So let me simply add that it's my very good honor to meet you... ...and you may call me V.



ITALIANO

Ma, in questa notte estremamente fausta, permettimi dunque in luogo del più consueto nomignolo di accennare al carattere di questa dramatis personam. Voilà, alla vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia, questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L’unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.

V per Vendetta

"V per Vendetta" è un film del 2005 diretto da James McTeigue, tratto dall’omonima graphic novel scritta da Alan Moore e illustrata da David Lloyd. Moore si è dissociato dal film, ma il lavoro dietro la trasposizione è stato gestito in parte dalle Wachowski, che hanno scritto la sceneggiatura e prodotto la pellicola. Il risultato è un film che mantiene buona parte della struttura narrativa dell’opera originale, ma ne rielabora contenuti e sottotesti in modo più diretto e cinematografico.

Siamo in una versione distopica dell’Inghilterra del futuro, sotto il controllo di un regime totalitario guidato da Adam Sutler (nel fumetto era Adam Susan). Un governo che ha preso il potere dopo una guerra civile e una serie di attacchi biologici, instaurando un clima di paura, controllo assoluto e repressione delle libertà individuali. I media sono completamente sotto il controllo dello Stato. Esistono campi di concentramento, la polizia segreta (i “Fingermen”) agisce senza limiti, e ogni forma di dissenso viene brutalmente soffocata.

Il film si apre con l’introduzione della società distopica in cui ci troviamo e con il salvataggio di Evey da parte di V. La notte del 5 novembre, V fa esplodere il Palazzo di Giustizia, annunciando alla nazione la sua intenzione di abbattere il regime e invitando i cittadini a unirsi a lui l’anno successivo, lo stesso giorno.

Parallelamente, il detective Finch inizia le indagini su V, cercando di comprendere chi sia e cosa stia orchestrando. Inizia anche a collegare le azioni di V con eventi passati legati al governo e al famigerato campo di Larkhill. V si muove come un’ombra: elimina, uno dopo l’altro, coloro che hanno partecipato ai crimini di Larkhill. Ogni omicidio ha un significato, ogni nome cancellato dalla lista è un pezzo del puzzle che lo spettatore ricompone insieme a Finch. Evey, intanto, si rifugia da un vecchio amico ma viene tradita e catturata. Qui avviene una delle sequenze più importanti del film (e della graphic novel): la prigionia e la tortura psicologica che Evey subisce per “liberarsi dalla paura”. È qui che riceve la lettera di Valerie, una donna lesbica arrestata e uccisa per la sua identità, il cui messaggio diventa la miccia della trasformazione di Evey. Solo alla fine scoprirà che tutto quel percorso è stato orchestrato da V stesso, come forma estrema di educazione alla libertà.

L’ultimo atto si muove tra la repressione che si fa più brutale, il piano finale di V e il progressivo risveglio della popolazione. V riesce a infiltrarsi nella sede del regime e a uccidere il leader Sutler. Ferito mortalmente, consegna a Evey il compito finale: attivare il treno carico di esplosivo che distruggerà il Parlamento. A farlo sarà lei, mentre la folla mascherata da V marcia pacificamente nella notte del 5 novembre.

Analisi Monologo

Il monologo è costruito su un’elaborata allitterazione della lettera “V”, che diventa qui chiave simbolica di tutto ciò che rappresenta: Vendetta, Verità, Virtù, Volontà. In inglese, questa costruzione è ancora più evidente — "Viola, violins, vendetta, vaudeville" — ma anche nella versione italiana (ben tradotta), il gioco resta chiaro e potente.

“Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento”

Qui V si definisce con un’origine teatrale — “vaudeville” — ma al contempo si presenta come un essere paradossale: sia oppresso che oppressore, perché la sua vendetta lo costringe a prendere in mano gli strumenti del potere che combatte.

“Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi”

La maschera non è un gesto narcisistico, non è un travestimento per distinguersi. È anonimato consapevole, è la “vox populi”, la voce del popolo che è stata messa a tacere e che lui, in qualche modo, fa risuonare di nuovo.

“Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano”

Qui arriva il cuore del discorso: la vendetta come atto politico. Non è vendetta personale (anche se nasce da un dolore personale), ma un impegno, un voto, qualcosa di solenne e carico di etica. Una missione. Un patto.

Conclusione

Con questo monologo, V mostra come vuole essere percepito. È un personaggio che si autocostruisce attraverso il linguaggio. Ogni parola scelta con precisione, ogni frase carica di doppio senso e retorica. In un mondo dove il regime manipola le parole per controllare la realtà, V usa la parola per sovvertirla.

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