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~ LA REDAZIONE DI RC
Il club delle prime mogli (titolo originale: The First Wives Club) è una commedia del 1996 diretta da Hugh Wilson, tratta dall’omonimo romanzo di Olivia Goldsmith. Dietro l’apparenza leggera e la confezione da commedia anni ’90, il film nasconde un’intelligenza cinica e un’ironia affilata che affonda i denti in una questione sempreverde: il potere, i soldi e la vendetta nelle relazioni di lungo corso, soprattutto quando finiscono. Il film ruota attorno a tre donne di mezza età – Elise, Brenda e Annie – amiche dai tempi del college, che si ritrovano dopo anni in occasione del funerale della loro quarta amica del gruppo, Cynthia, che si è suicidata. Il motivo? Il marito l’ha lasciata per una donna molto più giovane. E da qui parte tutto. Il suicidio di Cynthia non è solo un evento traumatico, ma un segnale, un campanello d’allarme. Durante un pranzo dopo il funerale, le tre iniziano a riflettere sulle loro vite. E qui entra in scena il motore narrativo del film: tutte e tre sono state scaricate dai loro mariti, uomini con cui hanno costruito un impero (o quantomeno un patrimonio), che poi sono scappati con donne più giovani. E tutte sono state lasciate nella polvere.
Brenda (Bette Midler): ebrea di Brooklyn, pragmatica, diretta, con un marito (Morty) che ha fatto fortuna con una catena di negozi e ora si accompagna a una bionda appariscente.
Annie (Diane Keaton): timida, insicura, ancora innamorata del marito (che in realtà la tradisce con la sua terapista).
Elise (Goldie Hawn): ex attrice, dipendente da chirurgia estetica e alcol, mollata per una starlette.
Dopo l’incontro, decidono di passare dalla lamentela all’azione. Fondano quello che chiamano, con amara ironia, il "Club delle Prime Mogli": una sorta di alleanza per vendicarsi dei rispettivi ex. Il film segue una struttura da commedia classica con punte quasi da heist movie: ogni donna ha per colpire l’ex marito, e ciascun piano è calibrato sul punto debole di quell’uomo. I colpi non sono fisici ma legali, finanziari, simbolici.
Ciò che tiene insieme il film non è solo la voglia di rivalsa, ma il processo di riscoperta di sé. In questo senso, il titolo – che in superficie sembra una battuta – diventa un’etichetta che si caricano addosso e poi riscrivono: “prime mogli” non come scarti, ma come fondatrici.
Elise: Goldie Hawn
Annie: Diane Keaton
Brenda: Bette Midler
Elise: Ah, che piacere mi fa rivedervi.
Annie: Ah.
Brenda: Anche a me.
Elise: Sicuro, è…
Annie: Elise…
Elise: Si?
Annie: Non sei cambiata di una virgola in vent’anni.
Elise: Oh!
Annie: Neanche di una piccolissima virgola.
Elise ridacchia.
Brenda: Certo che sono strane. Si avvicina alle labbra di Elise, per toccarle.
Elise: E no!
Brenda: Scusa, mi dispiace tanto.
CAMERIERE: Le signore gradiscono da bere?
Annie: Ah, si, io vorrei… mhm… Un pomodoro condito.
Brenda: Bloody Mary.
Elise: Vodka con ghiaccio, prego.
Annie: Ve lo dico subito così chiudiamo l’argomento. Sono la persona più spaventosa che ci possa essere al mondo.
Brenda: Oh, sciocchezze.
Annie: Ho cercato di mantenere i contatti, avrei dovuto scrivervi…
Brenda: Oh, è pazza.
Elise: Mamma mia, avevi la tua vita da vivere. Insomma, ti avrà portato via un mare di tempo sfornare tutte quelle note caratteriali sugli alunni.
Brenda: Lo so che è un’occasione orrenda per una riunione ma… eccoci tutte qui! Allora, come state ragazze?
Annie: A meraviglia, non potrebbe andare meglio.
Elise: Le cose vanno a gonfie vele per me. (Rivolto al cameriere) Qui, grazie.
Brenda: Anche per me, tocco ferro.
Annie: Tocco tocco.
Elise: Beh, facciamo un brindisi.
Brenda: E’ fantastico rivedervi.
Elise: /Annie: /Brenda Cin cin.
-
Annie: Insomma, perché l’ha fatto, non riesco a capire. Avrei potuto fare qualcosa per aiutarla. Cosa l’ha spinta a un gesto…
Elise: Ehm… probabilmente ha dato a Gilles gli anni migliori della sua vita. Ha sacrificato la sua giovinezza. Si è fatta da parte per sostenere l’ego, le iniziative, le ambizioni di lui. E poi, quando la sua dignità era appesa a un filo lui gliel’ha strappata mettendosi con una… MARMOCCHIA. Tiro a indovinare….
Brenda: Elise. Anche tu?
Elise: Tu, Brenda???
Annie: Brenda…
Brenda: Il mio Morty era diventato un pezzo grosso della tv, vendeva elettrodomestici, chiaro. Al nostro ventisettesimo anniversario di matrimonio arriva la crisi di mezza età. Da manuale. Comincia ad andare in palestra, si fa crescere i baffi. Si mette un orecchino. Gli ho detto Morty, Morty, ma che sei un pirata? Che ti manca, un pappagallo. E a un tratto… sono una palla al piede. Io sono quella che lo frena perché non voglio andare sui rollerblades.
Elise: Lei come si chiama?
Brenda: Shelly. Shelly la barracuda. Ha 12 anni.
Annie: Oh, Brenda. Oh Elisa, non sapete quanto mi dispiace per i vostri matrimoni. Avrei tanto voluto esservi di aiuto, o stare al vostro fianco in qualche modo.
Brenda: Parlaci di te.
Elise: Si, come va il tuo matrimonio.
Annie: Va tutto benissimo, davvero, voglio dire Aaron è… un uomo meraviglioso e fatemi pensare… siamo sposati da 25 anni… che colpo! Chris è una ragazza perfetta, insomma, le lesbiche sono fantastiche, al giorno d’oggi. Beh il nostro matrimonio è solo, come dire… si rinsalderà. Aaron e io siamo solo, noi… siamo… sapete, temporaneamente siamo una specie di… sapete, un pochino… siamo separati.
Brenda: Separati.
Elise: Separati?
Brenda: Separati…?
Elise e cominciano a ridere.
Annie: Che c’è?
-
Brenda: Bene Elise, è arrivato il momento. Sputa. Quelle labbra, cosa c’è dentro? Sono di cera?
Elise: Come, prego?
Brenda: Cos’altro ti sei fatta fare. Avanti, Elisa, me lo puoi dire. Gli zigomi? La mascella? Hai rifatto qualche pezzo, o tutta l’impalcatura?
Elise: Fanno ginnastica tutti i giorni, sto attenta alla dieta, e neanche un intervento di plastica.
Annie: Buon per te, sei uno schianto.
Brenda: Per questa bugia, Elise, ti daranno le capsule.
Elise: Va bene, d’accordo. Mi hanno dato una rinfrescata qua e là.
Annie: Oddio, fa male?
Elise: No.
Brenda: E la roba che ti tolgono? Te la puoi tenere?
Elise: O, avanti Brenda, sono gli anni ’90 per l’amor del cielo. E’ come… la chirurgia plastica, è come… una buona filettatura, è come lavarsi i denti.
Annie: Elise, guardati sei stata tirata, cucita, infarcit e rimboccata, sei un tacchino!
Elise: Un che?
Annie: Per piacere a chi, al tuo ex marito?
Elise: No, per piacere a tutti quanti… per piacere a tutti quanti.
Brenda: A tutti quanti.
Elise: Uomini…
Brenda: A tutti…
Elise: Donne… dirigenti degli studi, insomma, andiamo insomma, giovinezza e bellezza. E’ questo il biglietto da visita. Quando gli uomini, no, quando le donne, raggiungono una certa età…
Brenda: Addio amore. Benvenuto profiteroles.
Elise: E’ così tesoro.
Brenda: L’olocausto.
-
Elise: Oh Dio, come vorrei avere il coraggio di mollare tutto e di dire: “Non me ne frega una cacca di vacca”, e poi lasciarmi andare come voi due.
Brenda è pronta per partire all’attacco.
Elise: Oh, no. Senza offesa.
Annie: Non me la prendo.
Brenda: Oh, tu parla solo per te, è chiaro?
Annie: Elise, hai tante doti, hai talento, successo.
Elise: Grazie.
Annie: E tu Brenda sei meravigliosamente nervosa. E io sono in cura da una grandissima analista. Per cui noi ora siamo all’apice. E a proposito… il mio matrimonio va strabene, vi ringrazio.
Elise: Amy, tu… tu hai un atteggiamento straordinario. Tu sei.. sei così serafica. Tu sei… guardami. Tu sei autenticamente felice.
Brenda: Nel pieno della depressione e noia. E’ una bellissima cosa.
Annie: Beh, grazie.
Elise: Sedativi…?
Siamo nella prima parte del film. Elise, Annie e Brenda si ritrovano dopo molti anni in seguito al suicidio della loro amica Cynthia. Il luogo dell’incontro è elegante, un ristorante newyorkese: ma il vero “luogo” dove si svolge la scena è quello interiore. Un terreno fragile, impacciato, in cui si rimescolano nostalgia, dolore, senso di colpa e rabbia compressa.
Il dialogo si regge su un equilibrio perfetto tra costruzione dei personaggi e tensione narrativa latente. Ognuna entra in scena portandosi dietro una maschera:
Elise è il simbolo del corpo come campo di battaglia. Ex attrice, dipendente dalla chirurgia estetica, vive in un mondo dove l’aspetto è identità e sopravvivenza. La sua battuta:
"Per piacere a tutti quanti"
non è vanità, è sopravvivenza sociale. Più che apparire giovane, deve dimostrare di essere ancora nel giro. È sarcastica, brillante, ma dietro ogni battuta c’è un’insicurezza cronica, alimentata da un sistema (cinema, uomini, successo) che non le permette di invecchiare. Quando dice:
È come lavarsi i denti",
parla di chirurgia estetica, ma in realtà sta razionalizzando una dipendenza.
Brenda è la più diretta, la più tagliente. La sua rabbia è ancora calda, non è ancora diventata depressione né rassegnazione. Ha il dono della battuta, ma non la usa per coprire il dolore, la usa per colpirlo. La scena in cui tocca le labbra di Elise non è una battuta sul botox: è una forma di resa dei conti. Vuole smascherare, disinnescare la finzione quando racconta del marito che si mette l’orecchino e vuole andare sui rollerblades, lo fa con un umorismo caustico ma lucidissimo: sta parlando dell’uomo che rifiuta l’invecchiamento in modo patetico e scarica la moglie perché gli ricorda chi era davvero.
Annie è la più fragile, la più trattenuta. Vive nella negazione: "Il mio matrimonio va strabene, vi ringrazio". E invece è chiaro che è a pezzi. La sua apparente serenità è il frutto di una cura psicologica ancora in corso, e lo dice esplicitamente. Annie è il personaggio che cerca equilibrio tra quello che sente e quello che vuole far vedere.
Quando alla fine si incarta cercando di descrivere la situazione con Aaron – "siamo separati... sapete... temporaneamente siamo una specie di... separati" – la scena vira sul comico, ma in realtà è un momento di resa totale, un’implosione emotiva mascherata da goffaggine.
C’è un’ossessione per il tempo che passa. Elise ne è la vittima più evidente, ma tutte e tre sono terrorizzate dal fatto che il tempo non si possa più nascondere. La chirurgia plastica, la separazione, il senso di fallimento: tutto ruota attorno a ciò che l’età toglie, soprattutto alle donne.
Quando Elise dice:
"Giovinezza e bellezza. È questo il biglietto da visita",
sta fotografando una verità industriale, non personale. Lei è un prodotto, e il suo involucro è tutto quello che il mercato le riconosce. Annie, che cerca di consolarla, fallisce, perché ancora non ha fatto i conti con la propria immagine e con ciò che rappresenta per gli altri.
Le tre donne si incontrano, si studiano, si punzecchiano. Non si fidano ancora. Si offendono e si chiedono scusa nello stesso respiro. Per quasi tutta la scena non parlano di Cynthia, ma di se stesse. La morte dell’amica è un trauma che le ha costrette a guardarsi allo specchio. Ed è proprio qui che il film mostra la sua intelligenza: usa la commedia per mettere in scena il dolore che non si riesce a dire apertamente.
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