Dialogo - \"Nessuno si salva da solo\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Nessuno si salva da solo

Nessuno si salva da solo (2015), diretto da Sergio Castellitto, è un film intenso e delicato che affronta il tema della crisi di coppia con uno sguardo umano e intimista. Basato sull’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, il film narra la storia di Delia (Jasmine Trinca) e Gaetano (Riccardo Scamarcio), due ex coniugi che si incontrano per una cena, apparentemente tranquilla, per discutere dell’organizzazione delle vacanze dei loro figli. Ma quella cena si trasforma in un viaggio nei ricordi e nelle tensioni irrisolte del loro rapporto.

La struttura narrativa è costruita su due livelli temporali: il presente, in cui i due protagonisti si confrontano, e il passato, rievocato attraverso flashback che mostrano come la loro relazione sia iniziata, sbocciata e deteriorata. Delia è una nutrizionista con un carattere controllato e rigido, mentre Gaetano è uno sceneggiatore, impulsivo e irrequieto. La loro diversità, inizialmente attrattiva, diventa una fonte di conflitto.

La storia segue i momenti chiave della loro vita insieme: i primi slanci passionali, il matrimonio, la nascita dei figli, ma anche i litigi, le incomprensioni e i tradimenti. Gli eventi che li hanno allontanati emergono lentamente, con un tono che alterna momenti teneri e dolorosi. In questa lunga notte di confronto, si scopre come entrambi abbiano contribuito al fallimento del matrimonio. Non ci sono eroi o colpevoli: i protagonisti sono due persone ferite che cercano di dare un senso al dolore, interrogandosi su cosa significhi davvero amare e perdonare.

Il dialogo

Gaetano: Riccardo Scamarcio

Delia: Jasmine Trinca

Gaetano: Guardate, guardate. Guardate adesso. Eh, l'ha morso, l'avete visto? Hai visto? Ha visto che l'ha morso? Eh, non è che ha fatto bene, è che l'avversario è stato scorretto. Gli ha tirato il pugno sotto la cinta. E tu non puoi fare questo a Tyson, capito? Perché Mike Tyson...

Delia: Tyson è un criminale.

Gaetano: No, Tyson non è un criminale. Io ho letto la sua biografia. Ha un carattere difficile per chi ha avuto un'adolescenza difficile.

Delia: Non ho capito, stai giustificando il gesto?

Gaetano: No, io non voglio giustificare niente. Però non lo voglio nemmeno condannare. Sono uno scrittore e cerco soltanto di capire. Ma voi lo sapevate, bambini, che Tyson aveva una colombaia. E lui adorava i suoi colombi, e poi glieli erano rubati. E la madre, che era un ubriacona, si portava a letto a questi ubriachi, nel letto col figlio, capito?

Delia: A me delle colombaie o della madre di Tyson non me ne frega niente. Mi frega dei miei figli. E io non voglio che gli fai vedere sta macelleria. E la sai un'altra cosa? Tu non sei mica uno scrittore.

Gaetano: E che so io, scusa, eh?

Delia: Sei uno come tutti. Uno che cerca soltanto un modo per affermare se stesso.

Gaetano: Io domani... porto Cosmo in palestra a boxare!

Delia: Tu Cosmo lo lasci stare.

Gaetano: Ma non sarà un po' troppo presto a piscicare le etichette ai nostri figli?E che sono, marmellate? Eh? P? Mirtilli? Lamponi? Filocchio? Uzzi! Lavati! E pulisci il bagno quando esci. E tira sulla tavoletta quando pisci! Io non conto più un cazzo in questa casa.

Delia: Oddio, parla come il padre! Ma do cazzo sto, do cazzo sto!

Gaetano: Ma perché non provi a fermarti? Passa sto cazzo di cellulare. Prendi la mano di tuo figlio, 5 minuti la guardi. 5 minuti di seguito. E capirei dove stai. E dove dovresti stare.

Delia: Ma sei tu che l'hai fatto diventare strano il nostro figlio, eh? Che te lo vuoi tenere sempre attaccata alla gonna? Ti piacerebbe essere la mamma di un omosessuale celebre? Vuoi che ti porti in braccio in mezzo alla neve? Come la mamma dei Pasolini! Ti piacerebbe, ti piacerebbe!È mamma tua, è mamma tua!

Gaetano: No, non mi toccare, non mi toccare!

Delia: Oh! Sei un poveraccio!

Gaetano: Sei tu la poveraccia! Tu sei la poveraccia! Questa è la verità. Perché tu sposti la tua carica erotica frustrata sul tuo figlio.

Delia: E invece tu la tua carica erotica, eh? Dove la sposti tu, la tua carica erotica? Mostra l'erotica.

Gaetano: Ma cazzo, l'impostazione sessuale dove sta? Ma state zitta, state zitta. Dove la metti? Ma hai fatto diventare impotente?

Delia: Ma hai fatto diventare impotente? Non scoprire più. Tagliatelo!

Gaetano: Stai ferma con questa cosa.

Delia: Tagliatelo! Te la ricordi la promessa? Taglia il cazzo.

Gaetano: Perché stai ferma?

Delia: Taglialo!

Gaetano: Perché stai ferma con questa cosa? Stati ferma. Ma che cazzo vuoi da me? Eh?

Delia: Voglio che rispetti le regole! Voglio che vai da tuo figlio e gli dici Mike Tyson è un criminale! Vai!

Gaetano: Va bene. Bambini. Mike Tyson è il più grande peso massimo di tutti i tempi!

Delia: Vai fuori da questa casa. Vai fuori! Vai fuori! Vai fuori da questa casa. Vai fuori!

Analisi dialogo

Questo dialogo tra Gaetano e Delia è un microcosmo perfetto delle dinamiche tossiche e conflittuali che caratterizzano il loro rapporto. È un confronto che parte da un argomento apparentemente banale — Mike Tyson — ma che esplode in una serie di accuse reciproche, portando alla luce le loro insicurezze, ferite e frustrazioni più profonde.


Gaetano si presenta con un tono casuale, quasi scherzoso, cercando di coinvolgere i figli nella discussione su Mike Tyson. È un comportamento tipico del suo personaggio: tenta di mascherare il disagio e le tensioni familiari con argomenti che, ai suoi occhi, potrebbero sembrare interessanti o edificanti. Invece di affrontare direttamente i problemi con Delia, devia l’attenzione su argomenti che per lui hanno una valenza simbolica. Tyson, per Gaetano, non è solo un pugile, ma una metafora della lotta contro le avversità e delle conseguenze di un passato difficile. La sua interpretazione di Tyson viene rapidamente stroncata da Delia, evidenziando la difficoltà di Gaetano nel farsi capire. Quando Delia lo accusa di non essere uno scrittore, la ferita è immediata. La scrittura è il modo in cui Gaetano cerca di affermare la propria identità, ma Delia lo riduce a un uomo comune, alimentando il suo senso di fallimento. Gaetano si sente marginalizzato nella gestione della famiglia. Quando dice "Io non conto più un cazzo in questa casa," rivela il suo disagio di uomo e padre che percepisce la propria irrilevanza, agli occhi di Delia, ma anche dei figli. La sua risposta istintiva è la provocazione: proporre la boxe per il figlio, una decisione che sa bene urterà Delia.


Delia, dal canto suo, non si limita a contraddire Gaetano, ma usa il confronto per riaffermare il suo ruolo di madre e protettrice dei figli, mentre attacca la figura di Gaetano come padre e uomo. Delia è chiaramente esasperata. Non è il discorso su Tyson a irritarla, ma ciò che rappresenta: l’ennesima prova della mancanza di responsabilità di Gaetano. La sua frase "A me delle colombaie o della madre di Tyson non me ne frega niente. Mi frega dei miei figli," è il fulcro del suo punto di vista: per lei, Gaetano è un uomo che si perde in inutili elucubrazioni invece di occuparsi della realtà concreta. Delia attacca Gaetano anche come uomo, insinuando che i suoi fallimenti derivino da una mancanza di maturità e di integrità. La frase "Tu non sei mica uno scrittore. Sei uno come tutti," è un colpo mirato alla sua identità. Delia accusa Gaetano di voler indirizzare la vita del figlio in modi che lei considera inappropriati. La sua opposizione alla boxe è un modo per riaffermare il proprio ruolo decisionale, ma il dialogo lascia intravedere che anche lei proietta le sue insicurezze sui figli. L’insinuazione sul “tenere il figlio attaccato alla gonna” dimostra che i due combattono per il controllo sulle scelte dei bambini, usandoli come terreno di scontro.

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