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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film Ogni maledetto fantacalcio, tra momenti di ironia e mistero, spicca un cameo inatteso e brillante: quello di Diletta Leotta. La celebre conduttrice di DAZN compare in una scena chiave, dove il suo compito è quello di spiegare le regole del fantacalcio. Un gioco amatissimo in Italia, ma spesso percepito come complicato per chi non vi ha mai partecipato. La scelta di inserire proprio lei, volto familiare agli appassionati di calcio, aggiunge leggerezza e immediatezza alla narrazione.
MINUTAGGIO: 19:30-20:30
RUOLO: Diletta Leotta
ATTRICE: Diletta Leotta
DOVE: Netflix
E’, così, ragazzi, il Fantacalcio è un pò come il sesso. Difficile, complicato da fare, ma molto divertente da fare. E’ un gioco nel quale i partecipanti si riuniscono in una lega di 8/10 persone e creano delle squadre del tutto immaginarie, ma con giocatori reali della serie A acquistati in una apposita asta. E dimenticavo, i partecipanti dispongono di un credito prestabilito per acquistare ogni giocatore. E non è finita qua: per vincere bisogna segnare più gol degli avversari, ma come si fa a fare gol al fantacalcio? Il punteggio è determinato dalla somma dei voti dei giocatori schierati in campo, più bonus e malus dei giocatori che corrispondono a gol, ammonizioni, espulsioni e quant’altro. Il numero dei gol è determinato proprio dal punteggio ottenuto diviso in fasce. 66. Segnatevi questo numero perché è quello che vi servirà per ottenere il vostro primo gol!
Il film si apre con un gruppo di amici che si ritrova per festeggiare l’addio al celibato di Gianni, il giorno prima del suo matrimonio. L’atmosfera è goliardica e affiatata, come sempre tra di loro. Ma il giorno delle nozze accade qualcosa di inspiegabile: la sposa è all’altare, gli invitati attendono, ma Gianni è sparito. Poco dopo, il suo cellulare viene ritrovato in un pozzo insieme a bottiglie di birra, mentre la polizia irrompe in chiesa e arresta gli amici.
Gli interrogatori ricostruiscono gli ultimi mesi di vita del gruppo, tutti legati da una passione ossessiva: il fantacalcio. Simone Pascale, migliore amico dello sposo, diventa il principale sospettato a causa di numerosi messaggi minacciosi inviati a Gianni nella chat della lega. Tra gli indizi emergono tracce di sangue, una coppa come possibile arma del delitto e una ragazza misteriosa, Andrea, che entra nella lega durante un casting per trovare un nuovo partecipante.
Attraverso una serie di flashback, scopriamo i caratteri e le ossessioni dei vari personaggi: Nicola, sempre fedele agli stessi giocatori; Francesco, un hikikomori isolato in casa; Jacopo, che vive di eccessi; Federico, stimato avvocato e perfetto conoscitore del regolamento. Gianni stesso appare competitivo fino all’estremo, disposto persino a corrompere arbitri pur di vincere.
Il fulcro narrativo ruota intorno ad Andrea: dapprima vista da Simone come possibile interesse amoroso, finisce invece coinvolta sentimentalmente con Gianni, creando un triangolo che alimenta tensioni e sospetti. La loro relazione segreta emerge poco a poco, fino a diventare il possibile movente dietro la scomparsa.
Le tappe del campionato di fantacalcio scandiscono il racconto: l’asta iniziale, le prime giornate, le soste per le nazionali, l’asta di riparazione e infine l’ultima partita. Ogni momento diventa pretesto per scontri, rivelazioni e nuove bugie. Tra litigi coniugali, fallimenti personali e tradimenti sentimentali, il gioco si trasforma nel vero centro delle loro vite.
La notte prima del matrimonio è decisiva: durante una serata di eccessi, tra funghi allucinogeni, confessioni e scherzi degenerati, Gianni e Simone hanno un violento confronto. Simone lo colpisce con la coppa, ma le telecamere rivelano che si è trattato di un incidente e che Gianni in realtà non è morto. Confuso e combattuto sul futuro matrimonio con Bianca, lascia invece un messaggio in cui confessa di non sentirsi pronto e fugge.
Il finale ribalta le attese: Gianni viene ritrovato vivo, dopo un ulteriore rocambolesco inseguimento fino a Mykonos. Qui il gruppo si ricompone, nonostante le tensioni, e la vita sembra riprendere la sua normalità, sempre sotto il segno del fantacalcio. Simone e Andrea si mettono insieme, Gianni paga il prezzo delle sue scelte con una penalizzazione mostruosa in classifica, ma il gioco e l’amicizia – pur distorte e comiche – rimangono il vero collante tra i personaggi.
Il monologo di Diletta Leotta ha una duplice funzione: narrativa e divulgativa.
Narrativa, perché risponde alle domande del giudice che, come parte del pubblico, non conosce nulla del fantacalcio. In questo modo, lo spettatore viene guidato con chiarezza dentro un universo che, fino a quel momento, appariva quasi ossessivo agli occhi dei protagonisti.
Divulgativa, perché offre una spiegazione sintetica ma completa delle regole: l’asta iniziale, il budget prestabilito, i punteggi determinati dai voti e dai bonus/malus, e il mitico “66”, soglia simbolica del primo gol.
La battuta iniziale – “Il Fantacalcio è un po’ come il sesso: difficile, complicato da fare, ma molto divertente” – cattura subito l’attenzione, rompendo ogni barriera didattica con l’ironia. Il paragone azzardato funziona come gancio comico e riflette lo spirito stesso del film: trattare temi seri (amicizia, rivalità, perfino sparizioni e tradimenti) con un tono leggero e surreale.
La presenza di Diletta Leotta non è casuale: la sua figura mediatica incarna il calcio contemporaneo visto come spettacolo, glamour e comunicazione popolare. È la perfetta mediatrice tra il mondo delle regole e quello del pubblico.
Il monologo di Diletta Leotta rappresenta una pausa narrativa fondamentale in Ogni maledetto fantacalcio. Chiarisce allo spettatore le dinamiche del gioco che ossessionano i protagonisti, ma lo fa con leggerezza, ironia e fascino. È un momento che amplifica la dimensione comica del film e allo stesso tempo lo radica nella cultura italiana, dove il fantacalcio è un vero fenomeno di massa.
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