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~ LA REDAZIONE DI RC
“Lei è troppo per me” (titolo originale: She’s Out of My League) è una commedia romantica del 2010 diretta da Jim Field Smith. A prima vista sembra rientrare nella tipica formula della rom-com americana anni 2000, ma se la si osserva con attenzione, dentro ci trovi anche una riflessione – leggera ma interessante – sul concetto di autostima, di aspettative e su quella dinamica di “valore percepito” che spesso governa le relazioni, specialmente nella società occidentale. Kirk Kettner (interpretato da Jay Baruchel) è un ragazzo semplice, gentile, un po’ impacciato. Vive a Pittsburgh, lavora come addetto alla sicurezza in aeroporto, è circondato da amici dalla maturità variabile, ha un ex fidanzata che continua a frequentare casa sua come se niente fosse e una famiglia che non fa nulla per rinforzargli l'autostima.
Un giorno, in aeroporto, Kirk incontra Molly McCleish (interpretata da Alice Eve), una giovane donna sicura di sé, brillante, elegante, che lavora nell’ambiente del marketing sportivo. A causa di un piccolo incidente con il suo telefono dimenticato, Molly si ritrova a contattare Kirk e poi a invitarlo a un evento. Inizia così una relazione tra i due.
Fin qui tutto bene. Ma il cuore del film è proprio qui: Kirk non riesce a credere che una come Molly possa essere attratta da lui. E soprattutto, nessuno intorno a lui sembra essere d’accordo con l’idea che una donna “da 10” possa davvero voler stare con uno come lui, che gli stessi amici definiscono “da 5”, massimo “6 con lo smoking giusto”.
Dietro alla commedia degli equivoci, alle scene un po’ slapstick (ce ne sono, e anche parecchie), il film parla di quanto siamo condizionati dal nostro stesso sguardo. Kirk è il primo nemico di sé stesso, più degli altri. Ogni volta che le cose sembrano andare bene con Molly, lui fa un passo indietro, teme che ci sia un trucco. Non riesce a vedersi con gli occhi con cui lei lo vede. E a lungo andare, questa insicurezza diventa un ostacolo reale. Al contrario, Molly, che sulla carta è perfetta, si porta dietro delle insicurezze personali che emergono poco a poco, soprattutto attraverso il rapporto con la sorella e con l'ex fidanzato. La “perfezione” è uno status più esteriore che reale.
Molly: Alice Eve
Kirk: Jay Baruchel
Molly: e Kirk entrano in una stanza, spoglliandosi.
Molly: Si leva le scarpe.
Molly: Ok, tocca a te.
Kirk: Si.
Kirk: Si leva la camicia.
Kirk: Non sono andato in palestra quanto avrei dovuto, di recente.
Molly: Non importa.
Molly: rimane in reggiseno.
Kirk: Santo cielo.
Kirk si leva i pantaloni, rivelando delle mutande terrificanti.
Riprendono a baciarsi, finendo sul letto.
Molly: Mette le mani nelle mutande.
Molly: Oh, interessante.
Kirk: Cosa, cosa?
Molly: Niente, niente.
Molly: Sale sopra a Kirk.
Molly: Che cosa c’è?
Kirk: Non lo faccio da un pò e non sono un esperto di… sesso, ecco.
Molly: Kirk, ti prego, hai le palle depilate.
Kirk: Si, lo so, lo so. E’ una cosa nuova che ho voluto provare, è stata una cattiva idea, mi sembra di avere undici anni.
Molly: Ok, e se ti mostrassi una cosa che mi mette in imbarazzo?
Kirk: Ok, sarebbe fantastico.
Molly: Promettimi di non ridere.
Kirk: Oh, io te lo prometto.
Molly: D’accodo.
Molly: si imbarazza nel mostrare qualcosa. Kirk non capisce.
Kirk: Cosa dovrei vedere?
Molly mostra una sorta di pellicina tra il pollice e l’anulare del piede.
Kirk: Tutto qui? E’ questo il tuo grande difetto?
Molly: Le dita palmate non sono un difetto!
Kirk: Certo, lo so che non sono un difetto. Io mi aspettavo una specie di protuberanza schifosa, o un'escrescenza ripugnante, o magari un pisello… come dire.. parlante. E’ solo questo quello che hai? L’unico inconveniente è indossare le infradito?
Molly: Chi ti ha detto che ho un difetto, Cam?
Kirk: Si, e per quel che mi riguarda questa è l’unica cosa che ti separa dalla perfezione.
Molly: Tu pensi che sia troppo perfetta, quindi speravi che avessi qualcosa che non andava per poter stare insieme a me.
2 Guarda la realtà, Molly. Io… Io non sono bello, non sono in forma, non sono coordinato, non sono stato in Europa, non sono laureato, ho una schifosa Neon.
Molly: Mi piace la tua auto.
Kirk: Oh, andiamo, Molly, guardami. Io sono un cinque. Questo… questo è un cinque scarso. Credimi. Io sforzandomi potrei ambire a diventare un sette. Il Tao dell’Amore, tutti lo conoscono. Anche… anche se tu fossi un nove e io suonassi in un gruppo. Ma no, tu sei un dieci tondo.
Molly: Ma di che cosa stai parlando.
Kirk: Oh, tu… tu ti rendi conto di quanto sei bella? No, tu… tu forse pensi che tutti hanno gratis quello che desiderano, e che tutti sono gentili in questo tuo mondo felice degli strafighi, con tutti i tuoi amici strafighi e gli ex fidanzati ma mi dispiace dirtelo, non è così per tutti gli altri.
Molly: Ok Kirk, tu chiaramente hai un mucchio di problemi di autostima.
Kirk: Tu hai mentito ai tuoi genitori. Proprio di fronte a me. Kirk è nell’aeronautica?? Sai, è come dire che il ragazzo che spala la cacca degli elefanti in un circo è nello show business. No, è solo addetto alla cacca degli elefanti e sono io. Sono io quel ragazzo. Non diventerò mai un pilota, e sono felice di questo.
Molly: E va bene così anche a me. E stavo bene con te fino a tre minuti fa, mi devi credere.
Kirk: Beh, sono contento che stavi “bene” con me.
Molly: Sai, Kirk, forse… forse hai ragione. Forse tu… sei un cinque. Lo sai perché? Non hai autostima, togli un punto. Ogni volta che arriva qualcuno in un posto tu paragoni te stesso a lui, togli un punto. Sei intelligente e talentuoso, però hai paura di applicarti. Togli un punto. A che punto sono? Oh, già! Speravi che io avessi un difetto che tu potessi accettare? Togli tutti i punti rimasti.
Kirk: Vado via di qui. Piedi palmati del cazzo, stiamo scherzando?
Molly: Kirk!
Kirk: Ah, fammi un favore, salutami “Ce l’ho lungo?”
Molly: E’ il mio ex ragazzo, ex! E lo sai perché ci siamo lasciati?
Kirk: Perché, perché non riuscivate a decidere chi di voi fosse più fico?
Molly: No. Perché si comportava esattamente come tu fai adesso. Non reggeva il confronto. Mi credeva perfetto. Mi metteva su un piedistallo su cui non mi permetteva di stare. Ah, e un’ultima cosa, mi ha tradita, capito? E allora mi sono detta, non uscirò con ragazzi del genere mai più!
Kirk: Come ragazzi del genere, per questo vuoi uscire con uno come me?
Molly: Vuoi sentirmi dire che pensavo che tu fossi sicuro?
Kirk: Si ti prego continua.
Molly: Che ho pensato che uno come me non mi avrebbe fatto del male? E’ questo che vuoi sentirmi dire? Sei contento adesso, vero?
Kirk: Si, sono estasiato.
Molly: Kirk.
Siamo nel momento in cui Kirk e Molly stanno finalmente per andare a letto insieme. Una scena potenzialmente romantica, leggera, sensuale, che però prende una piega completamente diversa. E lo fa in modo coerente con i temi del film.
Kirk non riesce a reggere la “normalità” della situazione. Molly è lì, vulnerabile, disposta a mostrargli il suo imbarazzo, a cercare un contatto reale. Ma Kirk, invece di lasciarsi andare, proietta su di lei la sua insicurezza e rovina tutto. Il turning point arriva quando Kirk pronuncia quella frase che è praticamente la sua condanna: “Io sono un cinque. Questo… questo è un cinque scarso.”
La scena non è più solo comica. È un disastro emotivo in slow motion. Kirk cerca disperatamente di razionalizzare la relazione attraverso un sistema di classificazione ridicolo (il “sistema da 1 a 10”) che riflette il modo in cui lui stesso si vede. Il problema non è Molly. È il fatto che lui non si sente abbastanza.
Molly prova a essere sincera. Gli mostra il suo piccolo “difetto” fisico – le dita leggermente palmate – in un gesto molto umano. Un tentativo di riequilibrare la relazione, di dire “anch’io ho qualcosa di imperfetto”. Ma Kirk reagisce come un bambino spaventato: trasforma tutto in uno show tragicomico, deride il gesto, e inizia un monologo di autodistruzione. È qui che Molly lo mette di fronte alla realtà: “Ogni volta che arriva qualcuno in un posto tu paragoni te stesso a lui. Togli un punto.” Qui c’è la svolta narrativa: Molly prende in mano la scena. Non è più “la ragazza bellissima e perfetta”. È la persona ferita che ha investito in una relazione, solo per ritrovarsi davanti un uomo troppo insicuro per sostenerla.
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