La maternità per un'attrice Parte 1: l'attesa

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Non giudicare un libro dalla copertina.


~BELLE

VOGLIO AVVENTURE IN LUOGHI SCONOSCIUTI!


Cari lettori e lettrici, oggi nella nostra amata "Biblioteca di Belle" vi presento un racconto molto personale e toccante, scritto dalla nostra cara Fabiola Dalla Chiara, membro della community. Attraverso le sue parole, scopriremo un viaggio intimo e profondo, quello della maternità. Una storia che ci insegna come ogni esperienza di vita, inclusi i suoi cambiamenti e le sue sfide, possa arricchire profondamente la nostra arte e la nostra comprensione umana. Il teatro e il cinema non sono solo luoghi di finzione, ma specchi della realtà e della verità umana. Ecco a voi "Il Mio Corpo Che Cambia".


UNA MAMMA PER ATTRICE: LA LUNGA E MERAVIGLIOSA ATTESA


Vi capita mai di fermarvi e rendervi conto che un pensiero che avevate in testa improvvisamente sparisca? A me è capitato molto spesso, fino a quando non mi hanno insegnato a fissarli con la scrittura. È un esercizio che ci aiuta a tenere a mente i nostri ricordi. Noi cresciamo, i momenti passano veloci, ma possono fermarsi in un bagaglio che solitamente chiamiamo “ricordo”. Grazie a questi bauli, i momenti non vanno via del tutto, anzi, a volte è molto semplice riportare alla mente quel preciso istante, rivivere quella particolare atmosfera, percepire nuovamente quel familiare odore o quel piacevole sapore.


Quante volte un odore, un sapore o un suono ci hanno riportato alla mente ricordi e immagini del passato? Ciò che abbiamo percepito con i nostri sensi rimane a lungo depositato in noi, pronto a riemergere in qualsiasi momento.

Inoltre, da quando sono diventata mamma è nato in me un nuovo modo di percepire gli odori, i suoni e di visualizzare le immagini. Questo nasce dal terrore di perderli. Mio figlio cresce e cambia ogni giorno.

Nel neonato fondamentale importanza ha il profumo della mamma, che la rende riconoscibile e genera in lui una sensazione di sicurezza e beatitudine. Tutti i sensi si sviluppano a partire dallo stesso foglietto embrionale: l’ectoderma. Il nervo olfattivo si forma alla settima settimana di gestazione e a due mesi il feto è già capace di sentire l'odore della mamma, che riconoscerà immediatamente dopo il parto. Non credete sia meraviglioso?

Una volta cresciuti, non abbiamo più la stessa capacità dei neonati, ma abbiamo comunque la possibilità di rivivere ogni istante cercandolo dentro di noi.

Mentre sto scrivendo mi blocco, guardo Nicholas e ho voglia di rivivere l’emozione del giorno in cui è venuto al mondo: indescrivibile a parole, e allora tremo e piango dall’emozione. Dunque, è da questo tipo di sensazione che vorrei partire per mostrarvi che ogni momento passato può tornare a vivere nel nostro presente. Vi giuro che non c’è esercizio più bello.

Nelle prossime righe aprirò qualche baule dei miei ricordi con voi.


Seguitemi.



Aprile 2020: il mondo si stava preparando al cambiamento più grande, a ciò che ci avrebbe sconvolto e cambiato radicalmente ed io, e noi, stavamo per vivere i giorni più spensierati e ricchi della vita. In casa, tra una pizza, un dolce e la preparazione di video del tipo "La quarantena che vorrebbero gli uomini" e "La quarantena che vorrebbero le donne", il 12 aprile recitavamo la poesia di Gianni Rodari:


Dall'uovo di Pasqua

è uscito un pulcino

di gesso arancione

col becco turchino.

Ha detto: "Vado,

mi metto in viaggio

e porto a tutti

un grande messaggio".

E volteggiando

di qua e di là

attraversando

paesi e città

ha scritto sui muri,

nel cielo e per terra:

"Viva la pace,

abbasso la guerra".


Un caso? Non lo so, ma so che forse il tuo cuoricino, Nicholas, batteva già dentro di me.


Maggio 2020: il mese della scoperta, della rivelazione, dell’accettazione. Era mercoledì, era mattina e pesavo 57 chili e 300 grammi, ma me ne sentivo 10 in più. Erano giorni che ignoravo nausee, fumavo e facevo palestra come se non ci fosse un domani. Paura? Agitazione? Non lo so precisamente, ma ricordo che rimandavo sempre quel momento, il fatidico momento del test di gravidanza. Quella mattina Davide (il mio compagno) me lo fece trovare in bagno. Dovevo farlo. Era giusto, non potevo continuare a rimandare. E così mi sono ritrovata a leggere: “incinta da tre settimane”. Ci siamo guardati, abbracciati, abbiamo pianto, riso... eravamo felici. Il tuo cuoricino, Nicholas, batteva già forte nella mia pancia.


Giugno 2020: "E adesso come lo diciamo?"

La domanda ci frullava nella testa da settimane: zona rossa, chiusi in casa, impossibilitati a vedere persino i nostri genitori, ma desiderosi di comunicare la splendida notizia. Il mio pancino cresceva e per me era grandissimo nonostante ancora non lo fosse. Mai avremmo pensato nella vita di comunicare una notizia del genere con una videochiamata.

E invece così è stato: non eravamo più nella pelle, dovevamo condividere la gioia. Saremmo diventati genitori! Nonostante la freddezza di un telefono, la lontananza e il distacco, l’emozione ci ha travolto e ha reso questo momento irripetibile.


Luglio 2020: il terzo mese di gravidanza è quello cruciale della prima fase, quando la futura mamma comincia a sentirsi più sicura e ad uscire dalla fascia di rischio. Al terzo mese, di solito, una donna annuncia di essere incinta, proprio perché, in base agli esami, sa con maggior certezza se il suo stato interessante è sereno e regolare. Quale mezzo è più efficace dei social?

Nel giro di tre ore la foto che annunciava: “Io e te diventiamo tre” raggiunge 1200 likes e 600 commenti.

È ufficiale anche per il mondo: aspettiamo te, Nicholas, amore di mamma e papà.

Posso mostrare con fierezza i miei chili in più.



I MESI PRIMA DEL TUO ARRIVO


Agosto 2020:


Meraviglioso amore mio

Meraviglioso come

Un quadro che ha dipinto Dio,

Con dentro il nostro nome,

Meraviglioso amore mio,

Bisogna averne cura

Stringiti forte su di me

Così non ho paura mai

Così non ho paura mai”.


Ogni volta che ascolto questa canzone di Arisa mi torna alla mente il giorno del Baby Shower. Sullo sfondo di questa canzone è stato montato il video. Accettare l’amore sembra facile, prendere coscienza che stiamo amando e che qualcuno ci ama davvero sembra facile, ma non lo è. È il significato di questo testo ed è ciò che ho provato quel giorno. Non sei ancora con noi, Nicholas, ma occupi già tutti i nostri pensieri.


Settembre 2020: settembre è uno dei mesi che amo di più. Da sempre è il mese per tirare le somme e programmare il nuovo anno che verrà. Ma non solo... settembre è il mese in cui festeggio il mio compleanno. Quest’anno ho deciso di farmi il regalo più grande: il dono di diventare mamma. È ciò che ho sempre desiderato, sin da piccina. Nicholas, sei stato voluto e desiderato, con la consapevolezza che quella seconda linea sul test di gravidanza avrebbe segnalato anche l’inizio di un percorso complesso, assolutamente unico, che nel giro di qualche mese mi avrebbe portato a coronare il mio grande sogno e a stringere, finalmente, il mio piccolo tra le braccia.


Ottobre 2020: mi appresto ad entrare nel trimestre conclusivo della mia gravidanza e, ovviamente, le dimensioni del mio pancione sono davvero notevoli!

Nel settimo mese di gravidanza il bambino è un essere umano in miniatura.

Le palpebre si aprono e si chiudono, cominciano i primi movimenti respiratori. Il 13 ottobre andiamo a fare una visita medica, anche per vederti. Il tuo visino, Nicholas, è perfettamente definito: boccuccia e nasino di mamma già ben visibili!!! Ti muovi a ritmo di musica e ami le melodie classiche. Suonerai uno strumento, ne sono certa... o comunque sarai un’artista, come i tuoi genitori d’altronde!


Novembre 2020: ogni volta che riuscivo ad infilarmi un vestito non premaman all’ottavo mese, erano soddisfazioni. Ebbene sì, stavo riuscendo nel mio intento. Mancava poco alla nascita del mio piccolino e avevo preso i chili giusti. Fosse dipeso da me, sarei stata perennemente incinta!!! Mi viene da sorridere mentre scrivo, ma la verità è che il cambiamento fisico all’inizio mi spaventava; con il passare dei mesi però smise di preoccuparmi, anzi: mi trovavo bene con la pancia, mi piacevo proprio! Ho portato i miei normalissimi leggins fino al settimo mese; poi ho indossato i soliti maglioni extralarge che avevo già nel guardaroba.

Iniziava a nascere dentro di me la paura di avere nostalgia della pancia. Questa è una sensazione naturale, ed in questi momenti di nostalgia non c’è niente di meglio che avere le fotografie della gravidanza che ti permettono di rivivere le sensazioni di quei bellissimi giorni. E allora decidemmo di immortalare tanti momenti...


Dicembre 2020: si dice che si diventa mamme nel momento stesso in cui si scopre di avere una vita dentro. Non so se per me è stato così, ma so che un passo alla volta, una visita dopo l’altra, ho imparato qualcosa di più sul mio corpo. E sul bimbo che porto in grembo. La sveglia non suonò quel giorno.

Era il 24 dicembre e finalmente era giunto il momento di incontrarti. Ero alla quarantesima settimana e tu non volevi saperne di uscire dal mio pancione; evidentemente stavi bene. Come tutte le notti andavo in bagno ogni mezz’ora ed ormai ero talmente abituata, che non accendevo neanche più le luci. Quella notte Davide andò dopo di me e si accorse che avevo perso un po’ di sangue. Poteva succedere, non era preoccupante, ma era un segnale: stavo entrando in travaglio.

Da quel momento - erano le 4:30 circa di mattina - ebbe inizio la giornata più bella, dolorosa, emozionante ed intensa delle nostre vite.

Lo stesso giorno, alle 19:22, mentre veniva celebrata la Santa Messa (anticipata quest’anno a causa della pandemia), nasceva il nostro bambinello, nasceva una mamma, nasceva un papà e finalmente nasceva la nostra nuova famiglia.



SI, SONO STATA IO CHE HO LIBERATO IL PRIGIONIERO


La storia di Fabiola è un chiaro esempio di come la vita e l'arte siano intrinsecamente connesse. La sua esperienza di maternità, descritta con tanta sincerità e vulnerabilità, ci mostra che ogni momento della nostra vita, sia esso gioioso o difficile, contribuisce a plasmare non solo chi siamo come individui, ma anche come artisti. Per noi attori e attrici, ogni esperienza può diventare fonte di ispirazione, un modo per connettersi più profondamente con i nostri personaggi e con le storie che raccontiamo. Spero che questo racconto vi abbia ispirato tanto quanto ha ispirato me e che vi abbia ricordato l'importanza di accogliere ogni esperienza di vita con cuore aperto, pronti a trasformarla in arte.


Con affetto,


Belle


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