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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo, pronunciato dal personaggio di Lucia (interpretata da Vanessa Scalera), è un raro momento di apertura e complicità tra due donne che, apparentemente, non potrebbero essere più diverse: Lucia e Sarah. Lucia, madre di Fausto, si rivolge a Sarah con un tono che mescola schiettezza e affetto, cercando di trasmetterle un consiglio che nasce dalla sua esperienza di vita. Il monologo è interessante perché mostra un lato inedito di Lucia, solitamente dura e cinica, qui invece empatica e quasi protettiva. La sua è una riflessione sulla felicità e sul cambiamento, un messaggio che non riguarda solo Sarah, ma che sembra parlare anche di sé stessa e della sua vita piena di errori e rimpianti.
STAGIONE 1 EPISODIO 3
MINUTAGGIO: 20:12-21:25
RUOLO: Lucia
ATTRICE: Vanessa Scalera
DOVE: Netflix
ITALIANO
Senti, Sarah, io lo so che sei spaventata. Pure io stavo spaventata al matrimonio mio. Però ti voglio dire che… che io e te… me and you siamo uguali. C’abbiamo qualcosa in comune. Pure tu tieni questa scorza scostumata, bella vitale… Però poi hai un lato speciale, nascosto, che è uguale al mio. E poi ti voglio dire pure un’altra cosa, Sarah, che poi meglio che non te la dico, ma te la dico lo stesso. Tu e Fausto sarete sempre felici. Però io lo conosco mio figlio. Quello si mangia la vita, e si mangia pure le vite degli altri. Quindi se tu un giorno non… non ti servi più felice, se le cose non vanno bene. se sei triste… cambia. 2 Io devo cambiare? 1 No, non tu. Cambia uomo. Perché la felicità quando se ne va via non torna mai allo stesso posto. Change man. Change… vita… Change tutte cose, mhm?
La serie Storia della mia famiglia racconta il viaggio emotivo di Fausto (Eduardo Scarpetta), un padre single che, dopo la diagnosi di una malattia terminale, si trova a dover garantire un futuro sereno ai suoi due figli, Libero ed Ercole. Il suo obiettivo è evitare che vengano affidati alla loro madre biologica, Sarah (Gaia Weiss), con cui ha un rapporto conflittuale e di cui non si fida. Mentre il tempo stringe, Fausto mette in moto una rete di protezione intorno ai suoi figli, coinvolgendo le persone più importanti della sua vita: sua madre Lucia (Vanessa Scalera), che da Napoli torna a Roma per assisterlo; suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo), che lui stesso spinge a prendere il ruolo di riferimento familiare; e gli amici Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo), che da sempre gli sono vicini.
La storia ruota attorno al dramma della malattia, ed esplora i rapporti difficili e le dinamiche complesse di una famiglia imperfetta, fatta di errori, incomprensioni e tentativi di riscatto. Lucia, la madre di Fausto, è una donna che ha sempre vissuto in modo indipendente, ma il dolore per il figlio la spinge a riconsiderare il proprio ruolo nella vita dei nipoti. Valerio, invece, lotta con una dipendenza dalla cocaina e con la difficoltà di prendersi responsabilità più grandi di lui. Il tono della serie mescola momenti di leggerezza a scene di grande intensità emotiva, mostrando come, anche nei momenti più difficili, la vita continui con la sua imprevedibile ironia. I personaggi non sono eroi, ma persone comuni che affrontano la vita come possono, cercando di fare del proprio meglio anche quando sembra impossibile.
Eduardo Scarpetta, nel ruolo di Fausto, interpreta un uomo che affronta il dolore con una forza quasi ostinata, mentre Vanessa Scalera dà vita a una madre che cerca un riscatto tardi nella vita. Massimiliano Caiazzo porta sullo schermo un giovane in conflitto con se stesso, mentre Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo offrono un supporto emotivo e narrativo fondamentale alla storia. Fausto costruisce un’eredità affettiva per i suoi figli, insegnando loro che la famiglia non è solo questione di sangue, ma di chi resta, di chi sceglie di esserci.
Lucia inizia con un tentativo di rassicurare Sarah: “Senti, Sarah, io lo so che sei spaventata. Pure io stavo spaventata al matrimonio mio.” È un modo per creare un ponte tra loro, per dirle che la paura che sta provando è normale. Ma questa frase, letta nel contesto della storia di Lucia, ha anche un significato più profondo: il suo matrimonio non è stato felice, e la sua paura forse era giustificata. Con questa apertura, Lucia sta già suggerendo che il timore di Sarah potrebbe nascondere qualcosa di più grande.
Poi arriva il punto centrale: “Però ti voglio dire che… che io e te… me and you siamo uguali. C’abbiamo qualcosa in comune.” Qui Lucia sorprende. Fino a questo momento, la relazione tra le due è stata segnata da diffidenza e distanza, ma ora lei riconosce un’affinità tra loro.
La descrizione che segue è rivelatrice: “Pure tu tieni questa scorza scostumata, bella vitale… Però poi hai un lato speciale, nascosto, che è uguale al mio.” Lucia vede in Sarah una donna che, come lei, nasconde la propria vulnerabilità dietro un atteggiamento forte, quasi sfrontato. Questa frase è importante perché ci fa capire che Lucia non sta solo parlando di Sarah, ma sta, in un certo senso, riflettendo su sé stessa.
Dopo questo momento di connessione, Lucia cambia tono e introduce un pensiero più spigoloso, più brutale: “Tu e Fausto sarete sempre felici.” Detta così, sembrerebbe una frase rassicurante. Ma subito dopo arriva la svolta: “Però io lo conosco mio figlio. Quello si mangia la vita, e si mangia pure le vite degli altri.” Questa è una dichiarazione forte. Fausto è stato dipinto per tutta la serie come un uomo generoso, pieno di vita, ma qui Lucia mostra un’altra prospettiva: Fausto è un uomo travolgente, che non solo vive intensamente, ma che rischia di inglobare chi gli sta vicino nella sua stessa energia distruttiva.
Poi arriva il cuore del discorso: “Quindi se tu un giorno non… non ti servi più felice, se le cose non vanno bene, se sei triste… cambia.” Lucia sta dicendo a Sarah qualcosa che probabilmente avrebbe voluto sentirsi dire a sua volta, in un altro momento della sua vita. Sta dicendo: non restare ferma in un amore che non ti rende più felice.
Sarah reagisce con sorpresa: “Io devo cambiare?” È la domanda di chi non si aspettava un consiglio del genere, forse perché si sente in qualche modo intrappolata nell’idea che l’amore debba essere per sempre, a prescindere da tutto.
Ma Lucia è chiara: “No, non tu. Cambia uomo.” Qui il monologo diventa quasi rivoluzionario. Non c’è spazio per il romanticismo assoluto, per l’idea che l’amore sia sempre la risposta. Lucia non dice a Sarah di cambiare sé stessa, di adattarsi, di lottare a ogni costo. Dice l’opposto: se un giorno l’amore non funziona più, lascialo andare.
L’ultima frase è la più incisiva: “Perché la felicità quando se ne va via non torna mai allo stesso posto. Change man. Change… vita… Change tutte cose, mhm?” Lucia trasmette una verità che ha probabilmente imparato sulla propria pelle: la felicità non è qualcosa che si può recuperare tornando indietro, ma qualcosa che si deve cercare altrove. Il suo “change man, change vita, change tutte cose” non è solo un consiglio per Sarah, è quasi un manifesto di sopravvivenza.
Questo monologo è il momento in cui Lucia si spoglia di ogni filtro e parla con una lucidità che raramente ha mostrato. Il suo consiglio a Sarah è qualcosa che sembra uscire direttamente dalle sue esperienze passate, dagli errori che ha commesso e da quelli che non vuole vedere ripetersi. C’è un realismo crudo nelle sue parole: l’amore non è sempre eterno, e la felicità non è garantita solo perché si è innamorati. Se qualcosa non funziona più, bisogna avere il coraggio di cambiare.
Lucia non sta solo parlando a Sarah. Sta parlando a sé stessa, a Maria, a tutte le donne che, almeno una volta, hanno pensato che restare fosse l’unica scelta possibile. E con questo monologo, suggerisce un’alternativa: se non sei felice, vai a cercare la felicità da un’altra parte.
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