Monologo - Kurt Russell in \"Grosso Guaio a Chinatown\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Jack Burton in "Grosso guaio a Chinatown" mostra il tono generale del film. Attraverso il suo discorso, Jack si presenta come uno spaccone carismatico, pieno di ironia e con un atteggiamento spavaldo che, però, nasconde una certa profondità.

QUI E' JACK BURTON

MINUTAGGIO: 2:56-4:16
RUOLO: Jack Burton

ATTORE: Kurt Russell
DOVE: Disney +



INGLESE


This is Jack Burton at the Pork-Chop Express and I'm talkin' to whoever's listenin'. It's like I told my last wife. I says "Honey, I never drive faster than I can see." "Besides that, it's all in the reflexes." You just listen to the Pork-Chop Express and take his advice on a dark and stormy night. When some wild-eyed maniac grabs your neck, taps the back of your head up against a barroom wall, he looks you crooked in the eye and asks you if you've paid your dues, you just stare that big sucker back in the eye and remember what Jack Burton always says. "Have you paid your dues, Jack?" "Yes, sir, the cheque is in the mail." Well, you see, I'm not sayin' that I've been everywhere and I've done everything. But I do know it's a pretty amazing planet we live on here, and a man would have to be some kinda fool to think we're all alone in this universe.



ITALIANO


Qui è Jack Burton del Pork-Chop Express che parla a chiunque sia in ascolto. Come dicevo sempre alla mia ultima moglie: “Io mi rifiuto di guidare più veloce di quanto possa vedere, e a parte questo è solo questione di riflessi.” I consigli del vecchio Pork-Chop Express sono preziosi, specialmente nelle serate buie e tempestose. Quando qualche maniaco alto due metri e mezzo e con l’occhio bendato vi artiglia il collo e vi pianta l’unica testa che avete contro la parete di un bar chiedendovi se avete pagato il conto, voi fissate a vostra volta il primitivo negli occhi e ricordatevi quello che il vecchio Jack dice sempre in casi come questi. Domanda: “Jack, hai pagato il conto?" “Si, gli ho spedito l'assegno per posta”. Ragazzi con questo non voglio dire che sono un uomo di mondo e che la vita per me non ha più segreti; anzi, sono convinto che il nostro pianeta ci riservi ancora molte sorprese, e che bisogna essere dei deficienti per credere che in questo universo siamo soli.

GROSSO GUAIO A CHINATOWN

"Grosso guaio a Chinatown" (Big Trouble in Little China) è un film cult del 1986 diretto da John Carpenter. È una combinazione di azione, commedia e fantasy, con elementi che richiamano il cinema delle arti marziali e la mitologia cinese.


La storia segue Jack Burton (Kurt Russell), un camionista spaccone e un po' goffo, che si trova invischiato in una pericolosa avventura soprannaturale a Chinatown, San Francisco. Jack si ritrova a dover aiutare il suo amico Wang Chi a salvare la sua fidanzata Miao Yin, rapita da una gang locale per essere offerta al malvagio stregone immortale Lo Pan.


Lo Pan, una figura misteriosa e antica che appare come un vecchio decrepito, è sotto una maledizione che lo ha reso incorporeo. Per spezzare questa maledizione, ha bisogno di sposare una donna dagli occhi verdi, come Miao Yin. Jack e Wang, accompagnati dalla giornalista Gracie Law (Kim Cattrall) e da altri alleati, si avventurano nel mondo sotterraneo di Chinatown, dove scoprono un universo pieno di magia, mostri e combattimenti mozzafiato.


Nonostante Jack sia il protagonista, è spesso Wang Chi a dimostrarsi il vero eroe, essendo più abile nelle arti marziali e nel comprendere la natura soprannaturale dei nemici. Jack, d'altro canto, fornisce comicità grazie al suo atteggiamento da duro, ma finisce spesso in situazioni ridicole e fuori controllo.


Il film è noto per il suo mix di generi, dall'azione alle arti marziali, passando per il soprannaturale e la commedia. Carpenter gioca con i ruoli tradizionali degli eroi d'azione: Jack Burton si presenta come il tipico eroe americano, ma la sua goffaggine e il fatto che non capisca mai completamente la gravità della situazione lo rendono una sorta di antieroe.

ANALISI MONOLOGO

Jack si presenta come un tipo spaccone e sarcastico, ma anche ironico e autoironico. La frase iniziale: “Qui è Jack Burton del Pork-Chop Express che parla a chiunque sia in ascolto” mette subito in chiaro il suo atteggiamento da duro, ma con un tocco di esagerazione. Il Pork-Chop Express, il suo camion, diventa una sorta di alter ego, rappresentando lo spirito avventuriero e indipendente di Jack. La battuta: “Io mi rifiuto di guidare più veloce di quanto possa vedere, e a parte questo è solo questione di riflessi” è una pseudo-massima che mette in mostra la filosofia di vita di Jack. È una frase apparentemente saggia, che suggerisce cautela e pragmatismo, ma viene subito smontata dalla battuta sui riflessi, che ribadisce il suo approccio alla vita fatto di istinto e velocità.


Il passaggio: “Quando qualche maniaco alto due metri e mezzo e con l’occhio vi artiglia il collo...” è un esempio del modo in cui Jack affronta il pericolo. Dipinge un quadro estremo e surreale, ma lo fa con un tono da duro, suggerendo che non è spaventato da tali situazioni, anzi, è pronto a rispondere con la sua ironia e il suo ingegno. La frase “gli ho spedito l’assegno per posta” è una risposta spavalda e sarcastica alla minaccia, il che rafforza la sua immagine di uomo che affronta tutto con calma, anche i pericoli più assurdi. Verso la fine, Jack riflette su temi più grandi: “Sono convinto che il nostro pianeta ci riservi ancora molte sorprese, e che bisogna essere dei deficienti per credere che in questo universo siamo soli.” Qui emerge la filosofia di Jack, che nonostante il suo atteggiamento da spaccone, ha una visione del mondo aperta e curiosa. Jack ha una certa profondità e un senso di stupore per l'ignoto, che si collega bene con la tematica del film che affronta il soprannaturale e l'inspiegabile.


Il monologo è un esempio perfetto del tipo di umorismo che permea tutto il personaggio di Jack e il film in generale. Jack non si prende mai troppo sul serio, e il tono del monologo è una miscela di umorismo e spavalderia che rende il personaggio affascinante, pur non essendo l’eroe classico. Le sue battute lo rendono affabile e divertente, pur se continuamente in bilico tra la goffaggine e il voler essere un eroe d’azione.

CONCLUSIONE

Il monologo di Jack Burton incarna perfettamente l'anima di "Grosso guaio a Chinatown": un mix di azione esagerata, umorismo tagliente e una leggera dose di riflessione filosofica. Jack si rivela un personaggio unico, che sa affrontare le sfide soprannaturali del film con ironia e spavalderia. Il suo modo di parlare riflette il tono leggero e avventuroso del film, rendendo il suo personaggio tanto affascinante quanto divertente.

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