Monologo Maschile - Brendan Hunt in \"Ted Lasso\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Coach Beard è un momento di rivelazione e profonda umanità. Beard è sempre stato il personaggio più enigmatico della serie: osservatore silenzioso, uomo di poche parole, con un passato che fino a questo momento era rimasto avvolto nel mistero. Questa confessione non è solo una dimostrazione della sua lealtà a Ted Lasso, ma anche un inaspettato parallelo tra la sua storia e quella di Nathan Shelley. Beard sta per perdonare Nate. Sceglie di raccontare un pezzo della sua vita, un’esperienza che nessuno avrebbe mai immaginato. Il suo messaggio è chiaro: tutti commettono errori, ma ciò che conta è come si sceglie di andare avanti.

Ted mi ha dato una seconda vita

STAGIONE 3 EPISODIO 11
MINUTAGGIO
: 59:19-1:00-54

RUOLO: Coach Beard
ATTORE:
Brendan Hunt
DOVE:
Apple TV



INGLESE


Ted and I met playing college football. He was the backup punter. I was the backup kicker. We never got in a game, but we spent a lot of time together, jogging and doing box jumps. After school, we went our separate ways. And he was dating Michelle, got into coaching. And I got into prison. When I got paroled... I had no money, family didn't want me. I had nowhere to go. So I looked up Ted. He took me in, fed me. Let me crash on his couch. And in return, I stole his car. Now, I didn't get far. And I would've gone straight back to prison if Ted didn't come down there and convince those cops that he gave me the car. Just like in Les Mis. Our story is very similar to Les Mis, yes. You went to prison? Yes. For stealing a loaf of meth. And then I stole from my friend. Who forgave me. And gave me a job. And a life. So to honor that, I forgive you. I offer you a job. And the life part's up to you.



ITALIANO


Ho conosciuto Ted al college. Io ero il panterk di riserva, lui il kicker di riserva, non abbiamo mai giocato. Ma facevamo molte cose: jogging e anche Box jump. Dopo la scuola ci siamo allontanati. Lui usciva con Michelle e faceva l’allenatore. Io sono finito in prigione. Dopo la libertà vigilata ero al verde, la mia famiglia non mi ha più voluto in casa. Così ho cercato Ted. Lui mi ha accolto. Mi ha nutrito. Fatto dormire sul suo divano. E io in cambio gli ho rubato l’auto. Non sono andato e sarei tornato dritto in prigione se Ted non fosse venuto a dire a quei poliziotti di avermi prestato lui l’auto. La nostra Storia è simile ai Miserabili, si. E poi ho derubato il mio amico, che mi ha perdonato, e mi ha dato un lavoro e una vita. E per onorare questo io ti perdono. E ti offro un lavoro. La parte sulla vita sta a te.

Ted Lasso

"Ted Lasso" è una serie che, sotto l'apparenza di una commedia sportiva leggera, si rivela una narrazione stratificata e ricca di sfumature emotive. Creata da Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Joe Kelly e Brendan Hunt, la serie ha debuttato su Apple TV+ nel 2020 e si è rapidamente imposta come un prodotto capace di bilanciare umorismo, introspezione e crescita personale.

La storia segue Ted Lasso (Jason Sudeikis), un allenatore di football americano ingaggiato per allenare una squadra di calcio inglese, l’AFC Richmond, nonostante non abbia alcuna esperienza nel calcio europeo.


L’assunzione non è casuale: Rebecca Welton (Hannah Waddingham), la nuova proprietaria del club, vuole distruggere la squadra come vendetta nei confronti del suo ex marito, il precedente proprietario, e pensa che assumere un allenatore incompetente sia il modo migliore per farlo.

Ted arriva in Inghilterra con un atteggiamento genuinamente positivo e un approccio fuori dagli schemi. Nonostante il cinismo iniziale di stampa, tifosi e giocatori, il suo metodo si basa sulla costruzione di fiducia e sul rafforzamento dell’identità della squadra, più che sulla tattica. Nel corso delle tre stagioni, la narrazione si sviluppa non solo attorno alle dinamiche sportive, ma anche ai percorsi di crescita personale dei personaggi.



Prima stagione: accettare il cambiamento


L’inizio è segnato dal contrasto tra l’ottimismo quasi ingenuo di Ted e la freddezza dell’ambiente calcistico britannico. All’interno della squadra, il capitano Roy Kent (Brett Goldstein), un veterano dal carattere burbero, e la giovane star Jamie Tartt (Phil Dunster), arrogante e talentuoso, rappresentano due poli opposti della leadership sportiva. Ted, con il suo metodo poco convenzionale, guadagna gradualmente il rispetto del gruppo, in particolare dell’insicuro Nathan Shelley (Nick Mohammed), inizialmente magazziniere, che Ted promuove a vice-allenatore.

Parallelamente, Rebecca, inizialmente intenzionata a sabotare Ted, si ritrova a cambiare idea, grazie anche all’amicizia con Keeley Jones (Juno Temple), influencer e fidanzata di Jamie, che evolve da semplice presenza mondana a figura chiave nella gestione del club. La stagione si conclude con il Richmond che retrocede, ma con una squadra più coesa e un’idea chiara su come ripartire.



Seconda stagione: affrontare i demoni interiori


Se la prima stagione esplora l’adattamento di Ted a un nuovo mondo, la seconda va più in profondità nel lato emotivo dei personaggi. Ted, nonostante la sua positività, inizia a mostrare segni di attacchi di panico, rivelando un lato più vulnerabile. Il tema della salute mentale prende il centro della scena con l’introduzione della psicologa dello sport Dr. Sharon Fieldstone (Sarah Niles), che sfida Ted a confrontarsi con il dolore irrisolto del suo passato, in particolare la morte del padre.

Nathan, da umile assistente insicuro, diventa sempre più ambizioso e rancoroso, sentendosi trascurato da Ted e sviluppando un’invidia crescente. Il suo arco narrativo culmina con il tradimento, quando lascia il Richmond per unirsi al West Ham, ora di proprietà dell’ex marito di Rebecca.

Intanto, Roy Kent, ritiratosi dal calcio giocato, trova una nuova dimensione come allenatore e partner di Keeley, mentre Jamie, dopo un periodo di crisi, cerca di maturare e diventare un giocatore meno egocentrico. La stagione chiude con tensioni irrisolte e un Richmond pronto a tornare in Premier League.



Terza stagione: chi siamo veramente?


La stagione finale affronta le questioni identitarie di ogni personaggio. Ted deve decidere se restare o tornare negli Stati Uniti per stare con il figlio. Nathan, dopo aver raggiunto il successo al West Ham, si rende conto di aver perso il senso di sé nel suo desiderio di affermazione. Rebecca riflette sul suo ruolo nel club, mentre Roy e Keeley affrontano le difficoltà di una relazione in continua evoluzione.

Sul piano sportivo, l’AFC Richmond, dato per sfavorito, diventa una squadra competitiva grazie a un calcio innovativo ispirato al Total Football, simbolo del superamento dei vecchi schemi e della ricerca di un’identità collettiva. La stagione si conclude con Ted che sceglie di lasciare il club per tornare a casa, Nathan che trova un equilibrio e Rebecca che, anziché vendere il Richmond, lo trasforma in qualcosa di ancora più grande.



Tematiche: più di una serie sportiva


Ted Lasso ribalta il concetto tradizionale di leadership. Il suo metodo non è basato sull’autorità o sulla conoscenza tecnica, ma sulla capacità di comprendere e valorizzare gli altri. Il messaggio è chiaro: vincere non significa solo alzare trofei, ma creare qualcosa di duraturo e significativo.


Salute mentale e vulnerabilità maschile


Uno degli aspetti più innovativi della serie è come affronta la salute mentale, specialmente tra gli uomini. Ted, che all’inizio sembra un ottimista incrollabile, si scopre fragile, segnato da traumi irrisolti. Nathan rappresenta il pericolo dell’insicurezza trasformata in rabbia repressa. Roy Kent, apparentemente duro e inscalfibile, impara a esprimere le proprie emozioni.


Trovare una famiglia fuori dalla famiglia biologica


L’AFC Richmond non è solo una squadra, ma una comunità. Ogni personaggio trova nel club un senso di appartenenza che va oltre il calcio: Rebecca si libera dall’ombra del suo ex-marito, Keeley costruisce una carriera indipendente, Jamie supera il trauma di un padre tossico.


Il concetto di successo


La serie decostruisce l’idea classica di successo. Ted vince senza vincere trofei, Jamie diventa un leader quando smette di pensare solo a sé stesso, Nathan capisce che l’ambizione fine a sé stessa non porta alla felicità.

"Ted Lasso" è una serie che parte da un’idea semplice – un allenatore di football americano nel mondo del calcio inglese – per raccontare qualcosa di molto più profondo: il valore dell’empatia, il peso delle aspettative, la necessità di affrontare i propri demoni. Lo fa con un tono leggero ma mai superficiale, costruendo personaggi credibili e situazioni che parlano a tutti, che si sia tifosi di calcio o meno.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con un dettaglio che sembra quasi irrilevante: "Ho conosciuto Ted al college. Io ero il punter di riserva, lui il kicker di riserva, non abbiamo mai giocato. Ma facevamo molte cose: jogging e anche box jump." Questo incipit stabilisce subito il legame tra Beard e Ted. Due giocatori di riserva, mai protagonisti sul campo, ma già uniti da una routine condivisa, quasi a sottolineare come il loro legame sia nato fuori dalla competizione, nel quotidiano, nelle piccole cose.


Poi arriva il primo colpo di scena: "Dopo la scuola ci siamo allontanati. Lui usciva con Michelle e faceva l’allenatore. Io sono finito in prigione." Questa rivelazione è potente perché cambia completamente la percezione di Beard. Fino a questo momento, è sempre sembrato l’elemento più razionale e stabile accanto all’esuberanza di Ted, ma ora scopriamo che ha avuto un passato difficile, segnato da errori gravi.


Segue una descrizione brutale della sua situazione dopo il carcere: "Dopo la libertà vigilata ero al verde, la mia famiglia non mi ha più voluto in casa. Così ho cercato Ted. Lui mi ha accolto. Mi ha nutrito. Fatto dormire sul suo divano." Questa è una dichiarazione di gratitudine profonda e senza fronzoli. Ted non solo gli ha dato una seconda possibilità, ma lo ha trattato con umanità, offrendogli cibo e un posto in cui stare.


Poi arriva il momento più duro: "E io in cambio gli ho rubato l’auto." Questa frase è un pugno nello stomaco. Dopo tutto ciò che Ted ha fatto per lui, Beard lo ha tradito nel modo più meschino possibile. "Non sarei andato lontano e sarei tornato dritto in prigione se Ted non fosse venuto a dire a quei poliziotti di avermi prestato lui l’auto." Qui Ted dimostra un livello di perdono e di fiducia incredibile. Invece di punire Beard, sceglie di proteggerlo, di dargli una via d’uscita. A questo punto, Beard collega la sua storia a un riferimento letterario: "La nostra storia è simile a I Miserabili, sì." Questo confronto non è casuale. I Miserabili è un romanzo sulla redenzione, su come un solo atto di gentilezza possa cambiare la vita di una persona. Ted è stato per Beard ciò che il vescovo Myriel è stato per Jean Valjean: ha scelto di credere in lui quando nessun altro lo avrebbe fatto.


Poi arriva la svolta del monologo: "E poi ho derubato il mio amico, che mi ha perdonato, e mi ha dato un lavoro e una vita. E per onorare questo io ti perdono. E ti offro un lavoro. La parte sulla vita sta a te."

Questa è la vera chiave del discorso. Beard non sta solo raccontando la sua storia: sta offrendo a Nate la stessa opportunità di redenzione che lui ha ricevuto da Ted.

Conclusione

Questo monologo è un momento straordinario della serie perché capovolge completamente il modo in cui vediamo Coach Beard. Scopriamo che è un uomo che ha sbagliato, che ha tradito la fiducia di qualcuno, ma che ha avuto l’opportunità di rimediare e l’ha colta. E ora sta facendo lo stesso con Nate. Non lo giudica solo per il suo errore, ma per ciò che potrebbe ancora diventare.

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