Monologo - La prima poesia di Ginny in \"Ginny e Georgia 3\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Nel terzo episodio della terza stagione di Ginny & Georgia, Ginny legge la sua prima poesia al corso di letteratura. Un gesto che, all’apparenza, potrebbe sembrare marginale, quasi scolastico. Ma in realtà è uno dei rari istanti in cui il personaggio si espone senza filtri, attraverso la scrittura, per raccontare qualcosa che altrimenti non saprebbe – o non potrebbe – dire ad alta voce. In questa poesia, Ginny non parla direttamente di se stessa, non nomina nessuno, ma ogni verso è un tassello della sua interiorità. È il suo modo di urlare in una stanza silenziosa, sperando che qualcuno – anche solo per sbaglio – ascolti.

La poesia non è un gioco di parole

STAGIONE 3 EPISODIO 3

MINUTAGGIO: 29:41-30:30

RUOLO: Ginny

ATTRICE: Antonia Gentry

DOVE: Netflix

INGLESE

Poetry is supposed to be a play on words
But the words connect Abstract
It's not about syntax or subtext
It's pain,
it's art
It's tears and heart
Fears and love, loss, all of the above
Feelings wrapped in memories
Wrapped in people who are gone
Moved on
So you share
You're bare
Just a soul exposed to the cold, harsh air
A prayer
Is anyone there?
Listening to this or to me?
Listen or don't I don't care

ITALIANO

“La poesia dovrebbe essere un bel gioco di parole,
ma le parole sono collegate, immaginate.
Non si tratta di sintassi o di strani passi,
è dolore, è arte,
è lacrime e cuore,
paura e amore,
perdita, tiepido ardore. 

Sentimenti avvolti nei ricordi per chi ha soltanto poche ore,
perché muore.
E’ tutto labile, sei immobile;
solo un’anima esposta al cielo per chi c’era,
una preghiera.
C’è qualcuno lì
che sta ascoltando fuori dalla porta?
Se ascolta o no, non mi importa."

Ginny e Georgia 3

Ginny & Georgia” è quel tipo di serie che sembra voler giocare con le aspettative del pubblico per poi ribaltarle nel momento esatto in cui pensi di aver capito il tono della storia. All’apparenza è un teen drama con tinte comedy, un po’ come Una mamma per amica – e l’associazione iniziale è anche voluta, diciamolo – ma in realtà è un ibrido narrativo che affonda le mani nel crime, nel melodramma familiare e in un certo realismo psicologico che non sempre funziona, ma quando lo fa, sa colpire nel segno. La chiave, alla fine, resta sempre lì: nel rapporto madre-figlia. Georgia e Ginny. Due donne – perché Ginny è a tutti gli effetti una ragazza che sta cercando di diventare donna – che si specchiano l’una nell’altra, a volte riconoscendosi, a volte odiandosi. Dopo il colpo di scena finale della stagione 2 – Georgia arrestata nel bel mezzo del suo matrimonio con Paul per l’omicidio di Tom – la stagione 3 cambia registro. E non del tutto per il meglio.

La serie si sposta verso un drama più giudiziario, trasformando il cuore narrativo della storia, che era l’ambiguità morale di Georgia e la crescita di Ginny, in un intreccio da legal thriller dove i tempi si dilatano, i dialoghi si appesantiscono e i personaggi sembrano risucchiati da una spirale di eventi che raramente riesce a farli respirare. Il passato torbido di Georgia, invece di aggiungere profondità, comincia a diventare quasi un pretesto narrativo, uno “scudo” per giustificare ogni sua azione presente. In pratica, il trauma come giustificazione permanente. Georgia ottiene la libertà vigilata, ma perde Paul – che le chiede il divorzio quando capisce che quel confine morale che lei varca regolarmente è qualcosa con cui non può più convivere.

E qui, uno degli archi narrativi più interessanti della stagione: il fallimento della "nuova vita perfetta". Georgia è convinta di potersi redimere indossando un abito da sposa, ma la verità (quella che Ginny conosce bene) è che nessuna messa in scena può cancellare le colpe. Ginny inizia la stagione nel caos emotivo: il trauma del tradimento della madre, la confusione sulla sua identità etnica e sociale, il disturbo da autolesionismo, la rottura con Marcus e una famiglia che si sbriciola. A tenere tutto insieme è Zion, il padre “giusto”, il punto fermo che la spinge verso la poesia. È lui che la invita ad iscriversi al corso che la mette in contatto con Wolfe (Ty Doran), personaggio secondario ma importante per mostrare un lato di Ginny che cerca di costruirsi da sé, fuori dalle definizioni imposte dagli altri.

La crescita di Ginny è più interessante di quella di Georgia, perché avviene sotto sforzo. Mente, manipola, ma anche impara. La decisione di ricattare Cynthia per salvare la madre è uno di quei momenti in cui lo spettatore si rende conto che Ginny sta assomigliando un po’ troppo a Georgia. Ed è qui che si apre uno dei veri temi della stagione: quanto puoi odiare i tuoi genitori senza diventare come loro? Il finale della stagione 3 prova a chiudere il cerchio: Georgia libera, Ginny più consapevole, Marcus in terapia, Paul fuori dai giochi e Joe di nuovo in primo piano. Ma la vera domanda non è cosa succederà nella stagione 4, ma se i personaggi abbiano ancora qualcosa da dire.

Analisi Monologo

“La poesia dovrebbe essere un bel gioco di parole,
ma le parole sono collegate, immaginate.”

La poesia si apre con un’apparente definizione tecnica – una sorta di sarcasmo involontario su come la poesia venga spesso ridotta a un "gioco di parole". Ma subito dopo Ginny fa una virata: le parole sono collegate, immaginate. Inizia a introdurre l’idea che la poesia sia più un’esperienza che una struttura. Non è grammatica, è connessione. E dietro quella connessione, ci sono i suoi ricordi, la sua sofferenza.

“Non si tratta di sintassi o di strani passi,
è dolore, è arte,
è lacrime e cuore,
paura e amore,
perdita, tiepido ardore.”

Qui Ginny abbandona del tutto il distacco intellettuale. La poesia, per lei, non è forma ma sostanza emotiva. Non c’è ironia, non c’è estetica: c’è dolore, c’è paura, c’è la perdita. Ma non in modo plateale. “Tiepid ardore” è un’espressione fondamentale, quasi ossimorica: un sentimento che non esplode ma brucia piano, che rimane sotto pelle. È il suo modo di descrivere la vita quando non sai bene se stai vivendo o solo sopravvivendo.

“Sentimenti avvolti nei ricordi per chi ha soltanto poche ore,
perché muore.”

Questo è forse il verso più crudo, più diretto. C’è la consapevolezza della morte, o meglio, del tempo che finisce. E anche qui non è chiaro se Ginny stia parlando della morte reale o di quella più subdola e invisibile: la perdita dell’innocenza, delle relazioni, della fiducia. È una poesia di una ragazza che ha visto troppo e troppo in fretta.

“E’ tutto labile, sei immobile;
solo un’anima esposta al cielo per chi c’era,
una preghiera.”

L’instabilità delle cose (labile) si scontra con il blocco interiore (immobile). È il ritratto di una persona congelata dal trauma. L’immagine dell’“anima esposta al cielo” è quasi liturgica. La poesia qui si fa requiem. Non per chi è morto, ma per ciò che è andato perduto. Ed è come se Ginny stesse ancora una volta rivivendo quel momento – quando tutto è accaduto e lei non poteva farci nulla.

“C’è qualcuno lì
che sta ascoltando fuori dalla porta?
Se ascolta o no, non mi importa.”

Ginny chiede se qualcuno la sta ascoltando, ma subito dopo annulla il bisogno di risposta. È una chiusura protettiva. È come se dicesse: “non m’importa”, ma solo perché importa troppo. Una forma di autodifesa emotiva, un tentativo di proteggersi dalla delusione.

Conclusione

Questa poesia è un autoritratto. Ginny, in pochi versi, mette a nudo la sua fragilità, il suo dolore cronico, la confusione identitaria e l’abbandono che si porta dietro da sempre. E lo fa in un modo che non cerca la consolazione, ma la comprensione.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com