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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo della Madre in The Mother (Netflix, interpretata da Jennifer Lopez) è uno dei momenti più intensi del film, tra confessione e dichiarazione d’amore. In poco più di un minuto la protagonista rivela la propria doppia identità: assassina spietata e madre pronta al sacrificio. Questo testo, carico di colpa e resilienza, è ideale per un’audizione perché permette di mostrare vulnerabilità, controllo vocale e capacità di reggere un’intima confessione senza cadere nel melodramma.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
La Madre, ex militare con skill da operatrice specializzata, media un accordo sporco tra Adrian Lovell (ex SAS) e Héctor Álvarez (signore delle armi). È coinvolta con entrambi a livello sentimentale: un triangolo che non vibra di romanticismo, ma di potere e controllo. Quando lei scopre il traffico di bambini, cambia asse morale e si consegna all’FBI. L’assalto al rifugio – Cruise ferito, gli agenti falciati, lei che piazza un ordigno ritardato – è il battesimo del personaggio: capacità tecnica, freddezza, improvvisazione. Lovell la colpisce al ventre e sparisce nel caos dell’esplosione. Il parto prematuro chiude il prologo col conto da pagare: la scelta di cedere la figlia per proteggerla.
Dodici anni dopo: l’esca
L’Ohio introduce un tono da thriller suburbano: parco giochi, luce diurna, routine. L’immagine della bambina nel mirino sostituisce l’arma: chi guarda chi? La Madre capisce subito che il sequestro non serve a un riscatto. È un “ping” per farla emergere. Il bello del personaggio è l’anticipo mentale: lei ragiona come i predatori che l’hanno formata, quindi vede la trappola prima degli altri. Cruise, uomo di protocollo, resta sempre mezzo passo dietro. Prendono Tarantula, luogotenente di Álvarez, e da lì risalgono alla “piantagione”. La Madre entra, estrae Zoe, chiude il conto con Álvarez. Da qui in avanti il conflitto si personalizza, diventa una resa dei conti tra maestro e allieva deviata, tra chi ha addestrato al dominio e chi ha trasformato quell’addestramento in scudo. La Madre si stacca – rimettere Zoe ai genitori adottivi sarebbe la strada “pulita” – ma l’ombra di Lovell rientra subito in campo. L’imboscata, l’intercettazione del convoglio, Cruise ucciso: il film taglia l’ultimo ponte istituzionale. A quel punto restano soltanto lei, la bambina e il territorio.
Nella capanna, nel nulla, La Madre allena Zoe alla sopravvivenza: postura, mira, ascolto del vento, gestione della paura, lettura dell’ambiente. Quando la Madre capta che Lovell sta stringendo il cerchio, fa una mossa spiazzante: separa Zoe da sé e la lascia a Jons, vecchio contatto dell’esercito. È un gesto che suona come un nuovo abbandono, ma ha una logica tattica limpida: dividere i bersagli, togliere la figlia dalla linea di tiro, schermare il punto debole. Jons spiega a Zoe il codice con cui leggere sua madre: giudicala per ciò che fa. La lettera che la ragazza trova – dove la Madre rende chiaro il patto, il perché di ogni scelta – sposta ancora il punto di vista di Zoe. Lei prende posizione, sceglie di tornare alla capanna. È il momento in cui la figlia smette di essere oggetto da proteggere e diventa soggetto nello spazio d’azione.
Cara Zoey, dopo averti lasciata in ospedale non ho mai smesso di interessarmi a te. Ogni decisione che ho preso l’ho presa per te. L’unica cosa che riusciva a darmi pace era saperti al sicuro. Sono un’assassina. Adesso lo sai. Ma sono anche una madre. E morirò per proteggerti. Fra tutti i miei errori, sei proprio tu l’unica cosa bella che… che io abbia mai fatto in vita mia. Sei una meraviglia. Qualcuno ha provato a ucciderti prima che nascessi. Non solo sei vissuta. Hai brillato. Quando ti guardi allo specchio, ricordati di essere una sopravvissuta, e non permettere a nessuno e a niente di cancellarti. Ti ho dimostrato il mio amore nell’unico modo che conosco. Quando arriverà il momento di fare ciò che ti ho insegnato, non esitare nel prendere il tuo posto in questo mondo. Ti amerò sempre, tua madre.
“Cara Zoey, dopo averti lasciata in ospedale non ho mai smesso di interessarmi a te.” → voce sommessa, tono intimo come se fosse un segreto; pausa dopo “ospedale”; sguardo verso il basso, quasi colpevole.
“Ogni decisione che ho preso l’ho presa per te.” → più ferma; scandire leggermente le parole “ogni decisione”; lo sguardo si solleva appena, come a difendere la scelta.
“L’unica cosa che riusciva a darmi pace era saperti al sicuro.” → ritmo più lento; piccola sospensione prima di “saperti al sicuro”; voce accarezzante.
“Sono un’assassina.” → netto, senza tremito; pausa lunga dopo la frase, lasciarla cadere pesante.
“Adesso lo sai.” → tono più basso, quasi sussurrato; guardare un punto fisso davanti.
“Ma sono anche una madre.” → marcata contrapposizione; intonazione più calda; pausa breve dopo “madre”.
“E morirò per proteggerti.” → solenne, ma asciutto; non gridato; come un giuramento personale.
“Fra tutti i miei errori, sei proprio tu l’unica cosa bella che… che io abbia mai fatto in vita mia.” → esitazione reale sulla doppia interruzione “che…”; voce incrinata; sguardo che si ammorbidisce.
“Sei una meraviglia.” → tono pieno, breve sorriso velato; pausa dopo la frase per lasciarla respirare.
“Qualcuno ha provato a ucciderti prima che nascessi.” → voce più dura, ferita; sguardo serrato; non troppo lunga la frase.
“Non solo sei vissuta.” → accento su “sei vissuta”, quasi incredulo.
“Hai brillato.” → breve, deciso, con luce nello sguardo; come se fosse il culmine.
“Quando ti guardi allo specchio, ricordati di essere una sopravvissuta, e non permettere a nessuno e a niente di cancellarti.” → ritmo scandito, come un consiglio pratico; tono quasi pedagogico; pausa dopo “sopravvissuta”.
“Ti ho dimostrato il mio amore nell’unico modo che conosco.” → tono più basso, ammissione di limite; piccola pausa su “amore”.
“Quando arriverà il momento di fare ciò che ti ho insegnato, non esitare nel prendere il tuo posto in questo mondo.” → tono deciso, ritmico; scandire “non esitare”; guardare lontano, come immaginando il futuro della figlia.
“Ti amerò sempre, tua madre.” → chiusura intima, voce che si abbassa; pausa lunga dopo “sempre”; pronunciare “tua madre” con dolcezza, quasi un sospiro.
COME RENDERLO AUTENTICO
Alternare toni contrapposti: durezza (sono un’assassina / qualcuno ha provato a ucciderti) e dolcezza (sei una meraviglia / ti amerò sempre).
Usare pause reali: non recitate, ma legate al peso delle parole, come se l’attrice stesse davvero scegliendo cosa dire in quel momento.
Lavorare sullo sguardo mobile: basso nei momenti di colpa, fisso nei giuramenti, aperto verso l’alto nei passaggi di orgoglio.
Inserire piccole incrinature vocali: la voce non deve essere sempre ferma, qualche esitazione rende autentica la confessione.
Evitare enfasi melodrammatica: la forza del monologo sta nella semplicità, nella sensazione che sia una registrazione privata, non un discorso pubblico.
Il monologo della Madre (interpretata da Jennifer Lopez) in The Mother (film Netflix) è una lettera registrata per la figlia Zoe. Si trova al minutaggio 1:26:00–1:27:40 e rappresenta il momento più intimo del personaggio. La protagonista confessa la propria natura di assassina, ma rivela di essere anche una madre pronta a morire per proteggere sua figlia. È una confessione che unisce colpa, amore e resilienza.
Temi principali del monologo
Maternità e protezione: il sacrificio della Madre per la sicurezza di Zoe.
Identità divisa: killer professionista e madre affettuosa nello stesso corpo.
Colpa e redenzione: il senso di fallimento trasformato in forza.
Resilienza: Zoe descritta come “sopravvissuta” e destinata a brillare.
Funzione narrativa
Questo discorso: Fornisce un legame emotivo tra Madre e figlia. Trasforma Zoe da semplice “obiettivo da salvare” a erede della forza materna. Rafforza il conflitto centrale: il passato violento della Madre e il desiderio di protezione.
Frasi chiave del monologo
“Sono un’assassina. Ma sono anche una madre.”
“Fra tutti i miei errori, sei l’unica cosa bella che abbia fatto.”
“Quando ti guardi allo specchio, ricordati di essere una sopravvissuta.”
Queste frasi condensano il senso del film: amore materno vissuto attraverso linguaggio militare e lotta per la sopravvivenza
Obiettivo del monologo Mostrare la capacità di un attore di passare da durezza a vulnerabilità, incarnando una donna che è insieme killer e madre. È un testo che mette alla prova l’equilibrio tra controllo e intimità emotiva.
Sottotesto Ogni frase è un “ti amo” nascosto. La Madre non sa usare un linguaggio affettivo comune, quindi traduce l’amore in termini di sopravvivenza, forza e protezione. L’attore deve far emergere il sentimento dietro la durezza.
Azione minima Postura ferma, quasi militare. Sguardo che si abbassa nei momenti di colpa e si alza nei giuramenti. Un gesto contenuto (ad esempio toccarsi il petto o la foto di Zoe) per dare fisicità senza esagerare.
Dinamica vocale
Inizio sommesso: come una confessione sussurrata.
Picchi netti su frasi chiave (“Sono un’assassina”, “Morirò per proteggerti”).
Incrinature vocali nelle ammissioni più intime (“sei l’unica cosa bella…”).
Chiusura dolce, con la voce che si abbassa gradualmente fino al silenzio.
Chiusa “Ti amerò sempre, tua madre.” Deve essere detta come se fosse la prima e ultima volta. Pausa lunga dopo “sempre”, “tua madre” come sospiro di resa.
Errori comuni
Enfasi melodrammatica: il testo perde credibilità se urlato o sovraccaricato.
Tono piatto: non basta leggere la lettera, bisogna attraversare le sfumature emotive.
Mancanza di pause reali: ogni silenzio è parte del testo, non va riempito.
Sguardo fisso: tenere lo sguardo sempre nello stesso punto annulla la dimensione intima.
Il film si sposta sul terreno che più appartiene alla Madre: isolamento, strategia, lettura dello spazio. L’arrivo di Lovell e dei suoi uomini porta la storia nel climax. Non c’è più rete, non ci sono più istituzioni: è un conflitto nudo tra predatore e preda, ma con i ruoli rovesciati.
La Madre usa trappole, coperture naturali, linee di tiro, e neutralizza uno a uno gli uomini di Lovell. In questo, Zoe diventa parte attiva: non è più il “pacco da salvare”, ma una compagna sul campo. La sua scelta di tornare alla capanna per stare accanto a lei rende credibile questa fase: la bambina riconosce che il legame con quella donna passa attraverso l’azione, non attraverso i discorsi. Lovell riesce a mettere fuori gioco la Madre, la colpisce e prende Zoe. È il rovesciamento che il film prepara da tempo: la paura che la protagonista aveva cercato di prevenire si materializza. Ma l’abilità da tiratrice, la calma nel momento decisivo, ribalta ancora la situazione. Un colpo secco mette fine a Lovell.
La Madre elimina il suo ex amante/mentore, l’uomo che rappresentava insieme il suo passato e il pericolo costante per la figlia. La Madre accompagna Zoe ai genitori adottivi. È la scelta coerente con il patto iniziale: la protezione assoluta significa rinunciare alla vicinanza. Non c’è scena di addio sentimentale in senso classico, ma un atto pragmatico, quasi rituale: consegnarla, guardarla da lontano. L’ultima immagine è lei che osserva Zoe da lontano, senza essere vista. È un epilogo volutamente sospeso: la Madre sopravvive, non deve più nascondersi, ma sceglie di rimanere fuori campo. L’arco narrativo non la trasforma in una madre domestica, bensì in una guardiana silenziosa.
Quanto dura il monologo? Il monologo della Madre dura circa 1 minuto e 40 secondi, dal minutaggio 1:26:00 a 1:27:40.
Che temi tratta? I temi principali sono: Maternità e sacrificio. Colpa e ricerca di redenzione. Sopravvivenza come identità. Amore non espresso con linguaggio militare.
È adatto a un’audizione? Sì. È un monologo ideale per un’audizione perché: alterna intimità e durezza, mostrando range emotivo. Richiede controllo della voce e gestione delle pause. Permette di dimostrare capacità di recitazione interiore, non solo tecnica.
Che età di casting copre? Il testo è più adatto ad attrici tra i 30 e i 50 anni, perché porta il peso della maternità, della colpa e di una vita militare.
Che tipo di difficoltà richiede? Alta difficoltà emotiva: bisogna dosare colpa e amore senza cadere nel melodramma. Richiede sottrazione: meno gesti, più sguardi e silenzi.
Qual è il sottotesto del monologo? Il subtext è che ogni frase è un “ti amo” nascosto. La Madre parla di armi, protezione e sopravvivenza, ma intende dire: sei tutto ciò che conta per me.
Qual è la frase chiave del monologo? La frase più rappresentativa è: “Sono un’assassina. Ma sono anche una madre. E morirò per proteggerti.”
Che errori evitare in un’audizione? Urlare o forzare le emozioni. Tenere un tono monotono senza dinamiche. Non usare pause naturali. Trascurare lo sguardo, che deve restituire intimità e colpa.
Regia: Niki Caro
Sceneggiatura: Misha Green, Andrea Berloff, Peter Craig
Produttori: Courtney Baxter, Marc Evans, Elaine Goldsmith-Thomas, Misha Green, Roy Lee, Jennifer Lopez
Cast principale: Jennifer Lopez (la madre) Lucy Paez (Zoe) Omari Hardwick (William Cruise) Joseph Fiennes: (Adrian Lovell)
Montaggio: David Coulson
Colonna sonora / Musica: Germaine Franco
Direttore della Fotografia: Ben Seresin
Dove vederlo: Netflix
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