Al di là dei sogni: recensione del film con Robin Williams e del suo monologo

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Articolo a cura di...

~ ANGELICA ATTANASI

Introduzione al monologo

Partendo dal presupposto che ogni film di Robin William per me è una scheggia di anima, “Al di la’ dei sogni” può sembrare il solito “drama” sulla perdita in ogni sua accezione, figli, vita, moglie, una sorta di catastrofe umana oltre ogni possibile salvezza.

Eppure, la storia che si delinea e si dipana è una storia di speranza di ritrovamento di sé stessi e di tutto ciò che veramente conta attraverso un viaggio nel concetto di vita e morte e la sua apparente dicotomia.

Questo film di Williams, come ogni suo film, offre uno squarcio sulle domande che ci portiamo dentro dal momento in cui veniamo a contatto con la precarietà della nostra vita e su ciò che pensiamo ci possa essere dopo, non da risposte, ma permette allo spettatore di vibrare in sintonia con ciò che sentiamo più profondamente nostro, la speranza che non tutto finisca.

Monologo, personaggio, temi

Chris e Annie si incontrano casualmente su un lago al confine con la Svizzera: Annie urta la barca di Chris con la propria, poi lo ritrova e gli offre una cena. I due si innamorano, si sposano e hanno anche due figli, Ian e Marie. La famiglia vive anni pieni di serenità e soddisfazioni: Chris è neurologo, Annie è una pittrice e restauratrice di dipinti. Una mattina entrambi i figli muoiono in un incidente stradale; nonostante il dolore la coppia riesce a trovare un nuovo equilibrio. Quattro anni dopo, anche Chris rimane ucciso mentre soccorre dei feriti in un incidente.

L'anima di Chris viene aiutata a prendere coscienza della sua morte da Albert. Inizialmente l'anima non può fare a meno di stare accanto ad Annie, che intanto cade in depressione; poi però si rende conto che deve abbandonarla per farla tornare un minimo in sé. Chris si ritrova in un paesaggio montano simile ad un quadro della moglie e simile al luogo in cui i due volevano passare la vecchiaia.

Chris viene sempre seguito da Albert e in seguito da una hostess. Vive dei suoi ricordi ed impara a stare nella nuova realtà, creata dalla sua mente. Quando Annie si suicida, l'equilibrio viene rotto. Albert dice a Chris che il suicidio obbliga all'inferno perché l'anima ha interrotto l'ordine della vita e non si rende conto del suo gesto. L'uomo però non vuole arrendersi e fa in modo di poter scendere all'inferno per ritrovare sua moglie.

Aiutati da uno psichiatra, Chris e Albert scendono all'inferno passando dai colori del paradiso agli ambienti cupi di un fiume pieno di anime e di un mare in tempesta. Arrivati davanti a Cerbero, un relitto di una nave che rappresenta la porta dell'inferno, Chris riconosce Albert, che in realtà è il figlio Ian, ed è costretto a lasciarlo per evitare distrazioni nella difficile ricerca di Annie.

Salito con lo psichiatra fino ad un livello popolato da facce che sbucano dal terreno, Chris riesce ad individuare la moglie, che si è costruita una realtà molto simile alla casa in cui vivevano, ma in rovina. Lo psichiatra a quel punto si fa riconoscere come Albert, il vecchio professore, spiegando che lui potrà solo dire ciò che prova alla moglie, senza che essa possa riconoscerlo; e soprattutto avvertendolo che se rimanesse troppo tempo con lei, la sua anima potrebbe venire persa nella lugubre realtà che la moglie stessa si è costruita.

Chris entra spacciandosi per un vicino. Annie non lo riconosce e Chris le racconta della sua storia, della moglie che si è uccisa dopo la morte dei figli. Annie sembra sul punto di riconoscerlo, ma poi si sente attaccata e lo respinge: Chris capisce che non c'è nulla da fare per salvarla. Esce dalla casa, saluta Albert e ritorna dentro per perdersi e poter così vivere con la moglie. Continuando a ricordare, però, riesce a far breccia nel cuore di Annie che capisce la sua situazione e salva entrambi.

Entrambi si ritrovano nel paradiso di Chris, dove li raggiungono i figli e Albert. Dopo aver vissuto insieme, decidono di reincarnarsi per poter vivere di nuovo, sapendo di ritrovare nuovamente i figli in paradiso.

Al di là dei sogni (What Dreams May Come) è un film fantasy drammatico del 1998 diretto da Vincent Ward ed interpretato da Robin Williams. È ispirato al romanzo omonimo di Richard Matheson, pubblicato nel 1978, e contiene molti riferimenti allegorici alla Divina Commedia di Dante Alighieri e al mito di Orfeo ed Euridice. Il titolo è ispirato ad un verso dell'Amleto di William Shakespeare, nel famoso monologo della prima scena del terzo atto.

la fotografia (Dante Spinotti) e il montaggio (Armen Misian) di "Al di là dei sogni" sono elementi chiave che contribuiscono a rendere il film un'esperienza visiva di grande impatto, con un uso sapiente del colore, delle transizioni e del ritmo per creare un viaggio indimenticabile nell'aldilà. 

Alcune scene della discesa all’inferno ricordano le opere di Gustave Doré 

Piccola curiosità, il monologo che vi sottopongo, non sono riuscita a trovarlo in inglese in quanto è stato praticamente improvvisato da Robin, non faceva parte del testo iniziale.

Vi lascio con le sue parole che nella loro semplicità raccontano l’amore in ogni sua sfumatura.

Prologo:

Chris (Robin William) finalmente riesce a raggiungere Annie (Annabela Sciorra) ormai persa nella sua mente e non in grado di riconoscerlo, lui fa un primo tentativo ma non riesce a raggiungerla pur avendola di fronte, decide quindi di rimanere sebbene il suo accompagnatore (Max Von Sydow) lo abbia messo in guardia sul fatto che anche egli si perderà dimenticando tutto.

Analisi Monologo

MINUTAGGIO: 1:34:19

RUOLO: Chris

ATTORE: Robin Williams

DOVE: Amazon Prime Video

ITALIANO

Mi dispiace, piccola, ci sono delle cose che devo dirti e mi restano solo pochi momenti. Mi dispiace per tutto ciò che non potrò mai darti, non ti comprerò mai un hamburger gigante a 4 piani, niente super mega. Non ti farò mai sorridere. Volevo soltanto invecchiare insieme a te come due vecchie tartarughe che ridono contandosi le rughe insieme, al capolinea, sul lago del tuo dipinto, quello era il nostro paradiso. Abbiamo molto da perdere: libri, pisolini, baci e litigi, o Dio ne abbiamo avuti di straordinari dei quali ti ringrazio, e grazie di ogni gesto gentile. Grazie per i nostri figli per la prima volta che li ho visti e per avermi sempre fatto sentire orgoglioso di te. Per la tua forza, per la tua dolcezza per come eri e come sei, per come ho sempre desiderato toccarti, Dio eri tutta la mia vita! E ti chiedo scusa per tutte le volte che ho fallito con te, specialmente questa.

Ancora una volta tutto ciò che lui vuole è solamente la gioia di lei, senza il suo sorriso non esiste nessun paradiso.

Mi manchi Robin

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