Self Made: il discorso di Madam Walker alle sue donne

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo è uno dei passaggi emotivamente più centrali della miniserie Self Made — il momento in cui Madam C.J. Walker, ormai imprenditrice affermata, decide consapevolmente da che parte stare. Una scena che sancisce una rottura con il modello capitalista bianco per affermare una nuova visione imprenditoriale nera e femminile, costruita sulla solidarietà, non sulla scalata individuale.

Donne, amiche, colleghe

STAGIONE 1 EPISODIO 4

MINUTAGGIO:  37:56-39:3
RUOLO:  Madame C.J. Waker
ATTRICE:
Octavia Spencer
DOVE: Netflix

INGLESE

Ladies... you are all so much more than employees to me. It's why I had this convention, why I invited you to my home. I may have dreamed Walker Manufacturing, but you... made it a reality. Yes, we did. All I've ever wanted was to help colored women. Precious few of us ever get to reach our destinies. We are dismissed, undermined, ignored, stepped over, beaten, or even worse, lynched. That's true. And that is why I have decided to pull out of the Saunders Drugstore deal. I don't need a chain store to grow my business. I have you!  Warriors! An army of strong, powerful women. Stand with me. Stand with me, and I vow to help each and every one of you take control of your lives. Take control of your destinies!

ITALIANO

Signore… voi siete molto più che delle dipendenti per me. Per questo ho voluto questa convention. Per questo vi ho invitate a casa mia. Si, l’ho sognata io la Walker Manifactury, ma… voi l’avete resa una realtà. Quello che ho sempre voluto, è aiutare le donne di colore. Ben poche tra di noi riescono a realizzare il loro destino. Veniamo licenziate, sminuite, ignorate, scavalcate, maltrattate o peggio ancora linciate. Ed è per questa ragione che ho deciso di annullare il mio accordo con le farmacie Sanders. Si, si non mi cresce una catena di negozi per far crescere i miei affari. Io ho voi. Guerriere. Un esercito composto da donne forti e potenti. State al mio fianco, state al mio fianco e vi prometto che aiuterò tutte, ognuna di voi ad avere il controllo della vostra vita. Il controllo del vostro destino. State al mio fianco. 

Self made

"Self Made" è una miniserie prodotta da Netflix, composta da quattro episodi, che racconta una storia vera: quella di Sarah Breedlove, conosciuta come Madam C.J. Walker, figura centrale del primo capitalismo afroamericano e la prima donna nera a diventare milionaria con le proprie forze negli Stati Uniti.

Sarah Breedlove nasce nel 1867 in Louisiana da ex-schiavi. Orfana a sette anni, lavandaia a dieci. È in questo punto esatto che la narrazione prende forma: non da un momento di gloria, ma dalla fatica, dalla miseria, da un’esistenza segnata da lavori umili e mancanza di prospettive.

La svolta arriva quando, colpita da una condizione del cuoio capelluto che le fa perdere i capelli, Sarah trova il modo di reinventarsi: dapprima come venditrice dei prodotti per capelli di Annie Malone (nella serie ribattezzata Addie Monroe), poi come creatrice di una propria linea, frutto di esperienza personale e spirito imprenditoriale.

Costruire un’azienda di prodotti di bellezza per donne nere è quasi una dichiarazione politica. Madam C.J. Walker non vende solo shampoo e pomate, ma una visione: quella in cui le donne nere possono curarsi, valorizzarsi, sentirsi belle in una società che le ha sempre ignorate o denigrate.

Nel suo viaggio da St. Louis a Indianapolis e poi verso Harlem, la miniserie mostra la nascita di un impero, fatto di sacrifici, strategie, alleanze e battaglie interne alla comunità nera stessa. C’è il momento in cui Walker si scontra con Booker T. Washington, che la ritiene inadatta a parlare a una conferenza per imprenditori neri. Non perché non sia brillante, ma perché è donna. Ecco un altro strato del racconto: il sessismo, anche all’interno dei movimenti progressisti afroamericani. Parallelamente alla scalata professionale, la serie scava anche nel rapporto con il marito, C.J. Walker, interpretato da Blair Underwood, e con la figlia Lelia (Tiffany Haddish). Il matrimonio entra in crisi proprio mentre l’azienda cresce: lui si sente messo da parte, lei non vuole più fare compromessi. Anche qui, la serie lancia uno sguardo tagliente sulla difficoltà per una donna di potere di mantenere equilibrio tra ambizione e relazioni private, senza scivolare mai in stereotipi facili.

Analisi Monologo

“Signore… voi siete molto più che delle dipendenti per me.” La prima frase è già una presa di posizione. Madam Walker smonta il linguaggio aziendale classico. Le sue collaboratrici non sono dipendenti, non sono manodopera. Sono persone, sono sorelle, sono partner nella visione. È un modo preciso per definire un rapporto orizzontale, non verticale. Per questo ho voluto questa convention. Per questo vi ho invitate a casa mia.Anche qui il gesto è simbolico. La casa, spazio privato per eccellenza, viene aperto al collettivo. È un atto di accoglienza ma anche di condivisione del potere: non è la “padrona” che parla alle impiegate, ma la donna che restituisce qualcosa a chi l’ha aiutata a salire. Sì, l’ho sognata io la Walker Manifactury, ma… voi l’avete resa una realtà.” Ecco il passaggio più importante: la rinuncia all’io come unica forza creativa. Madam Walker riconosce il sogno, ma lo collega al lavoro delle altre. È un gesto di umiltà e di consapevolezza. Una visione collettiva, che distrugge il mito dell’imprenditore solitario per abbracciare un modello partecipato. Quello che ho sempre voluto, è aiutare le donne di colore.” Qui torna il nocciolo politico del personaggio. L'impresa non è fine a se stessa, non nasce per arricchirsi e basta. Nasce per agire. Per cambiare. Aiutare le donne nere significa ridare loro visibilità, voce, mezzi. Non è beneficenza: è potere redistribuito. Ben poche tra di noi riescono a realizzare il loro destino.La frase tocca un punto fondamentale: la negazione sistemica del futuro per le donne nere. Qui Madam Walker sta mettendo il dito nella piaga: l’impossibilità, per molte, di sognare in un contesto che le espelle prima ancora che possano provarci. E subito dopo lo dichiara: Veniamo licenziate, sminuite, ignorate, scavalcate, maltrattate o peggio ancora linciate.”

È una frase costruita come una valanga: ogni parola aggiunge peso, brutalità, realismo. Fino a “linciate”, che è il confine estremo del razzismo americano. Non è esagerazione: è storia. Ed è per questa ragione che ho deciso di annullare il mio accordo con le farmacie Sanders.

Madam Walker rifiuta un’occasione di crescita “verticale” — vendere attraverso una catena farmaceutica — per preservare un modello orizzontale, fatto di donne che si aiutano a vicenda. È un no che vale più di cento . È qui che il monologo diventa azione. Io ho voi. Guerriere. Un esercito composto da donne forti e potenti.Madam Walker vede il suo gruppo come una forza d’urto. Non armi, ma strumenti, parole, prodotti. Ma soprattutto consapevolezza. In un contesto dove le donne nere non avevano spazio, lei costruisce un esercito che conquista rispetto senza spargimento di sangue. È lotta attraverso il lavoro.

State al mio fianco e vi prometto che aiuterò tutte, ognuna di voi ad avere il controllo della vostra vita.Questa frase è una promessa, non un’offerta. Non è una proposta commerciale. È un patto. Il controllo della propria vita è ciò che è sempre stato negato alle donne nere: Madam Walker non promette soldi, ma autonomia, la cosa più difficile da ottenere in quel contesto. “Il controllo del vostro destino. State al mio fianco.Si chiude con una ripetizione volutamente evocativa. “State al mio fianco” non è solo un invito, è una richiesta di fiducia, quasi una chiamata spirituale. Madam Walker qui non sta parlando solo come imprenditrice. Sta parlando da guida, da visionaria, da simbolo.

Conclusione

In questo monologo, Madam C.J. Walker riscrive il codice dell’imprenditoria, almeno per come era pensato nel mondo bianco maschile di inizio Novecento. Dove altri vedono profitti, lei vede persone. Dove altri cercano espansione, lei costruisce reti. Dove il potere isola, lei lo redistribuisce. È un momento cardine nella serie Self Made, perché mostra che il successo di Walker non è mai stato solo individuale, ma è sempre stato pensato come strumento per l’emancipazione collettiva.

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