Vita d'artista

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Non giudicare un libro dalla copertina.


~BELLE

VOGLIO AVVENTURE IN LUOGHI SCONOSCIUTI!


Cari amici e amanti dell'arte della recitazione, oggi vi presento un articolo speciale, scritto da una nostra collega e membro della community, Ilaria Giorgi. Nelle sue parole, troverete un viaggio onesto e profondo nel mondo degli artisti, specialmente quelli che si battono ogni giorno per affermarsi nel campo cinematografico in Italia. La sua narrazione, ricca di sfumature e realismo, ci permette di capire meglio le sfide, le speranze e le piccole vittorie di questo mestiere che tanto amiamo. Buona lettura!


VITA D'ARTISTA: CAOS, EMERGENZE, DRAMMI E BAGNI


Ovvero, il segreto del sul-cesso.

(Musica consigliata per la lettura: Vita d’Artista di Sergio Cammariere)

A tutti quelli che fanno quel mestiere non mestiere. Quel secondo, terzo, quarto mestiere. Quel cosiddetto mestiere più bello del mondo.


- Che lavoro fai? Ah l’attore, ah il regista, ah insomma sei un artista…


- E poi? Oltre a questo?


- Ah questo è il lavoro vero?


- Ma ci campi?


- Come fai a sopravvivere?


Se siete lavoratori dello spettacolo della sezione artistica e non avete vinto ancora un David di Donatello o non state in tutte le fiction Rai, probabilmente vi sarete sentiti fare spesso queste domande; se non lo siete probabilmente le avrete fatte a vostra volta a qualche lavoratore dello spettacolo. L’intervistato in questione avrà risposto accennando un sorriso e balbettando una frase incompleta del tipo: “Eh s-s-si sai…p-p-periodi più periodi meno...” poi avrà cambiato repentinamente argomento oppure vi avrà detto che sì, avete ragione, lavorare nello spettacolo è stupendo, emozionante, soddisfacente... e vi avrà subito invitati al suo nuovo debutto.

Ma cosa c’è sotto quel sorriso a 32 denti o dietro quella balbuzie a 25 sillabe?

Iniziamo con l’abitazione.

Sei un lavoratore dello spettacolo (come ho detto prima un lavoratore comune, non Favino) o un aspirante artista? Al paese non ci puoi abitare. Devi stare in città perché, che fai al paese? Non ci sono il cinema e il teatro al paese. Quindi innanzitutto ti affitti una bella stanzetta per la modica cifra di 500 euro al mese spese escluse. Per pagare la tua stanza devi lavorare. Ops! Tutti i soldi che guadagni vanno nell’affitto! Forse è il caso che ritorni al paese. Breve storia triste.

Passiamo al lavoro.

Tu lavori per poter fare il tuo lavoro. Hai 7 curriculum. Ci metti una settimana per prepararli tutti. Uno è per il cinema, uno per il teatro, uno cinema e teatro, uno da cameriere/a, uno da insegnante di ginnastica, uno da animatore/ice per feste di bambini e uno da attore/ice di teatro e cinema che fa il/la cameriere/a ginnasta alle feste per bambini. In uno c’è la tua foto simpatica e spiritosa, in uno drammatica e riflessiva, in uno dolce e sorridente, in uno sexy ed atletica, in uno in posa, in uno tessera, in uno non c’è foto.

Trovi lavoro come cameriere: la tua massima aspirazione perché è l’unico mestiere che ti permette di non avere vincoli contrattuali o orari d’intralcio e di scappare a tuo piacimento quando puoi finalmente girare o fare le prove (i famosi “motivi di famiglia” o “gravi motivi personali”). Fai il cameriere ma si vede che non stai bene e i tuoi colleghi ti rimproverano perché non lo sai fare, perché in fondo non te ne frega una ceppa delle regole d’accoglienza, tu sei lì solo per fare quei due soldi per poi finanziare i tuoi progetti artistici o andarti ad iscrivere a quello stage di perfezionamento perché senza di quello, ti dicono, non vai da nessuna parte. Alla fine ci prendi gusto e diventi bravo pure a fare il cameriere e allora ti promuovono, diventi caposala, ma tu la promozione non la puoi accettare perché hai altri progetti per il tuo futuro.

Della serie: “Ma una laurea non la prendi?” detto anche da qualche parte in Italia: “Nun te certifichi?”; “Eri tanto bravo a scuola, c’avevi certi voti!”; “Ma un posto fisso? Ce vo’ provà a fa’ lo concorso pe’ le poste?” Solo l’ idea ti fa rabbrividire...

Allora beccate ‘sto servizio in sala: 7 ore al giorno in piedi a correre; mentre prepari i dolci, impari le battute a memoria. E poi arrivi a casa con la schiena a pezzi, con due valige di stanchezza sotto gli occhi, e devi ancora fare il self-tape per quel provino importante. Quindi ti confini nell’unico angoletto della stanza nel quale resiste ancora un po’ di luce, con la schiena contorta in una posa biomeccanica per acchiappare l’unico pezzo di sfondo bianco.

Ti mangi le dita per pranzo, perché non hai fatto la spesa. Tuo padre ti chiama e ti dice di tornartene a casa, che nessuno ti aiuterà a sostenerti fuori sede in questa folle avventura.

“Ma tranquillo pà, ce la faccio benissimo! Mi metto a lavorare ancora, lavoro di più capito?! E che ci vuole! Magari mi trovo anche un'altra cosa prima delle prove, un lavoro che si fa la mattina presto, tipoooo… che ne so, vado a fare le pulizie! Oppure faccio la colazione in hotel, eh? Magari riesco ad incastrare anche questo oltre al pub la sera e le prove di giorno e poi, guarda…non dormo! Così risolviamo gli incastri. Ma ssssii! Ma che ce frega de dormì?! C’avemo tutto l’aldilà pe’ quello!” Cerchi di rammendare le serate che ti rimangono per pensare alla tua arte. La sera stai bene e quando non lavori e non crolli sfinito/a con le luci accese, le scarpe addosso e la faccia sul computer puoi addirittura studiare un po’. Poi. La vita sociale.


Tu pensi di aver incastrato tutto, ma in realtà non hai tenuto in considerazione una cosa importantissima per un artista: la vita! Ebbene si per fare l’artista Devi Vivere. Non puoi solo lavorare. Devi fare esperienze di vita! Devi uscire, conoscere, viaggiare, ubriacarti, sposarti, fare sport estremi, esperienze sessuali di ogni tipo, vaiiiii! Libera la tua energia da super sayan nella tua giornata da 73 ore! Ma passiamo ad analizzare la ricerca del lavoro vero. Quello per cui hai studiato. Invii lettere alle agenzie di cinema e tv, con la speranza che ti tirino fuori dal marasma di attività collaterali a cui hai detto sì. “Mi raccomando, non scrivete lettere uguali, ogni lettera deve essere diversa e dedicata personalmente! E’ importante! E non vi lamentate, che questo è il lavoro più bello del mondo!!”; se ci arrivi a fare il tuo lavoro… Scrivi a 30 agenzie, ti rispondono in 3. Di cui una a 4 mesi di distanza. Forse quando sarai vecchia ti risponderanno le altre, per caso tua nipote entrerà nella mail e leggerà: “Nonna ti ha scritto un’agenzia di cimena! Vogliono incontrarti. Però hanno chiesto se gli mandi una foto nuova perché mi sa che quella che hanno loro è di 50 anni fa.



VOGLIO IL MIO BAGNO


Riesci finalmente ad incontrare un agente. La conversazione va più o meno così (NB: alcuni riferimenti dell’esempio sono al femminile ma potete sostituirli ed adattarli al caso vostro):

Colore occhi? Colore capelli? Il castano non va bene. Non è né biondo né moro né rosso, quindi non va bene. Devi scegliere tra il moro, il biondo e il rosso. Il tuo cromo tipo è autunnale quindi ogni volta che ti presenti vai di colori caldi, della terra, così come quelli dell’oro. Cosa? Preferisci il nero? Questo significa che sei controcorrente quindi devi fare la controcorrente. Per esempio: un pochino dark magari. Fatti un caschetto con la frangia così poi ne riparliamo. Nero mi raccomando! Così risulti un tipo particolare, mi spiego?! Non sei alta 1 e 80 e non hai le forme di Belen, quindi devi fare qualcosa per renderti interessante, capisci? Poi, che voce hai? Acuta e sottile, stridula, morbida e dolce, provocante e tagliente, gracchiante, rauca? Sei un soprano, un mezzo soprano, un baritono o un contralto? Da Marilyn Monroe o da Veronica Pivetti? Da Giulietta o da Anna Magnani?

Non sai suonare? Non sai ballare, cantare? Non hai la patente? Non sei campione nazionale in nessuno sport? Nemmeno agonista? Nemmeno stuntman? Cavolo però queste cose sono alla base!

Prendilo un trofeo! Quante lingue sai? Sei poliglotta? Quanti dialetti? Solo il tuo? Hai la madre straniera. Questa è una gran fortuna, dille di insegnarti subito tutta la seconda lingua che non ti ha mai insegnato, ah è morta…scusa, allora magari inizia per conto tuo."

Ah e comunque, anche se entri in agenzia, non è detto che lavori, cara.

Devi studiare tanto, ma proprio tanto. La strada è lunga, ma proprio lunga. Vatti a fare gli stage dei casting director perché non si sa mai, magari un giorno, magari qualcuno ti nota, magari. Magari poi ti prende per un film e hai la strada spianata, magari. Devi spianartela tu però questa strada. Sei l’artefice della tua fortuna. Il futuro è nelle tue mani. Devi stare sul pezzo! Sempre! Devi essere propositiva!

Per esempio? I social. Hai così pochi followers?! Il seguito si ottiene! Devi crearti un pubblico attivo. Che significa? Che ti deve scrivere bravo/a e bello/a sotto ogni foto che pubblichi, che deve condividere quello che fai, deve interagire. Qualcuno che ti porti in trionfo, che sia pronto a prenderti quando ti lanci dal palco sulla folla!

Vedrai, più proporrai e più sarai tenuto in considerazione.

Quindi se qualcuno ti chiede come va tu dì sempre che va bene. Va sempre tutto bene. Anzi alla grande. Alla grandissima. Sempre. E quello che fai è sempre tutto bello, bellissimo. Un capolavoro, sempre. Anche se fai Gli occhi del cuore 2 comunque ci puoi trovare un lato positivo, no? Ecco, trova anche il modo di spiegarlo bene ai più, di scriverlo su Facebook o su Instagram. Di pubblicizzarlo al meglio. Sempre tutto bello. Sempre al mare stai, sempre al mare. Sempre in vacanza, sempre col vento tra i capelli, sempre sotto il sole, la vita deve essere placida con te.

E quando vivi ricordati che stai sempre lavorando, quindi continua a scrivere “stay tuned” e “work in progress” sotto le foto. Metti l'hashtag actor/actresslife e workinart anche quando stai con la tua/il tuo ragazza/o o con gli amici tuoi.

Poi. Bisogna che ti occupi del World WILD Web. Perché lì esiste un’altra te e dobbiamo conoscerla, che se poi digiti il tuo nome su Google altro che una, ne esistono proprio tanti di altri te: architetti, manager, make up artist, impresari di pompe funebri…d'altronde tua mamma non lo poteva prevedere ai suoi tempi che un nome poco diffuso un giorno ti avrebbe fatto comodo. Fatto sta che nel wild and far web siamo davvero in troppi. Inizia la lotta al sorpasso. La guerra all’ultimo omonimo e se il tuo omonimo è un politico o un influencer sono affari tuoi! Forse te la cavi solo con un video di te che fai la cacca in mezzo a piazza Venezia.

Le opinioni della gente.

Goditi l’accademia che è un ambiente protetto perché poi là fuori c’è la giungla. Vige la legge del più agguerrito.”; “Vincente o perdente? Ora puoi scegliere. Vincente o perdente?”; “Puoi farcela se vuoi ma lo devi volere disperatamente.”; “Non ce la fai, proprio non ce la fai secondo me non hai il carattere. Il talento non è niente senza l’ostinazione. E’ una guerra.”; “Non capisci quanto è importante la promozione? Sei una ragazza così carina... Devi stare sul pezzo! Venditi. Venditi!”; “ Ho urtato la tua sensibilità? Non sei portata cara.”; “Quanno la fenimo co 'sto teatro e cominciamo a fa che cosa davero? Tutte ‘ste fantasie che tu tte fa…la fantasia nun te sfama. Un lavoro serio te ce serve a te. Sicuro.”; “Tocca piegà la schiena da giovani pe’ nun piegalla da vecchi!”; “Ma una laurea pe’ sicurezza, te la voi pià? eh?”; “Ma che llè dici a quello, nun ce sente! E’ tutto particolare co’ quella testa…vaga.


La tua opinione:

Non sai quante belle cose bohèmienne penso durante la giornata guarda… non ho tempo nemmeno d’ annà in bagno!” Che comunque sarebbe l’unico posto sicuro per le tue fantasie. Entri e ti ritrovi solo con te stesso. Ti guardi allo specchio e sei tu, non il tizio simpatico che hai dovuto mettere nel CV. Sbottoni i pantaloni e senti che hai ancora pelle sotto, sei fatto di carne ed ossa, sei vero. Ti siedi sulla tavoletta, il contatto con il bordo freddo ti fa capire che sei ancora senziente. Finalmente sei seduto, inizi a liberarti delle scorie in eccesso e partorisci i tuoi pensieri fissi di sottofondo: “Come proseguo la mia storia? Come si muove questo personaggio? Cos’ha di me e cosa io ho di lui? Cosa significa quello che sto raccontando? Perché è importante per me? Cosa sto dicendo? Cosa voglio indagare?”.

E ti accorgi che stai lentamente scivolando giù per il buco verso il mare, ma non quello di sfondo ai selfie. Un mare dove nuotano idee, suggestioni, frasi di canzoni, poesie, scenari. Stai uscendo dal personaggio. Prendi la corrente giusta, quella che ti da euforia, ti galvanizza senza effetti collaterali. Ti accorgi che è la stessa di quando la scena si fa da sola, si scrive da se; di quando aspetti l’emozione, la accogli, cavalchi e lasci andare. Di quando ne cogli il ritmo naturale. Il flusso. Non hai da dimostrare, da susseguire i diversi impegni della giornata, da fotografare, da riprodurre. Hai ritrovato la tua sostanza stupefacente. Sei arrivato in oceano ma l’immersione dura giusto il tempo di trattenere il fiato. Un attimo.

Tanta fatica per quell’attimo lì. L’attimo magico in cui ti immergi, che se qualcuno apre la porta del bagno per capire che fine hai fatto, non ci sei più.



SI, SONO STATA IO CHE HO LIBERATO IL PRIGIONIERO


Terminata la lettura dell'articolo di Ilaria, non posso fare a meno di riflettere sull'importanza della resilienza e della passione in questo nostro ambito. L'arte della recitazione non è solo un mestiere, ma un percorso di vita che ci mette alla prova, ci sfida e ci insegna il valore della determinazione. Ogni ostacolo, ogni piccola o grande difficoltà, diventa un'occasione per crescere, per riscoprire la nostra autenticità e per ricordarci perché abbiamo scelto questa strada. Ricordiamo sempre che ogni esperienza, anche la più ardua, contribuisce a forgiare l'artista che siamo e che vogliamo diventare.


Con affetto,


Belle


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