James Gunn reinventa Superman: recensione del nuovo film

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Analisi a cura di...

~ LUCA FERDINANDI

Mi trovo in difficoltà a dire due parole su questo nuovo Superman targato James Gunn, eppure ne vedo la necessità. Del resto, nel mondo non si parla d'altro da mesi, e siamo indubbiamente di fronte a uno degli eroi più amati e con il fandom più aggressivo in circolazione, probabilmente. Io, faccio da subito mea culpa, non sono fan. Sebbene faccia parte della generazione di "Smallville", ovvero di una delle prime grandi serie ad aver rotto la parete del piccolo schermo, prima che arrivassero i vari Netflix e cugini… non sono mai stato interessato a questo supereroe. Odio la sua frangetta sistemata, detesto il mantello, non mi interessa la semplice superforza, trovo irritanti i suoi occhiali e come basti indossarli per camuffarsi del tutto, ecc.. ecc.. Sto parlando strettamente di gusti, non sto dicendo che fa schifo Superman, non lo posso e non lo dirò mai, perché ha appassionato e incuriosito tonnellate di generazioni. 

Non a caso ricordo di aver visto la famosa trilogia degli anni '70 con mio padre non so quante volte. Per sua passione, film da domenica pomeriggio tra lacrimosi e pop corn, e per mia curiosità. Quale? Di vedere botte da orbi nei film. In particolare, ricordo di essermi interessato tantissimo all'episodio con i kriptoniani cattivi intrappolati in questo specchio dimensionale che li faceva viaggiare nel cosmo. Carismatici, cafoni, cazzuti. Bello. 

Ora che ho fatto questo doveroso preambolo, voglio dirvi la mia, pura e semplice. Con cosa mi affacciavo alla proiezione? Beh, con l'idea di vedere botte da orbi targate James Gunn. Visto anche il trailer mi immaginavo non so quante battaglie, combattimenti e quant'altro. E, da un punto di vista strettamente narrativo e consequenziale, non sono rimasto deluso. In particolar modo voglio premiare fin da subito le inquadrature molto cinecomic nuovo stampo (stampo anche autoscale, per intenderci), e gli effetti visivi. Ci troviamo in un momento storico in cui la Disney sta facendo a capocciate con i computer e i monitor, e si alternano effetti magnifici, (sempre più di rado) a obbrobri degni di un ragazzo di 12 anni alle prese per due ore con After Effects. Non a caso, sempre più spesso, trovi in rete quei video stile: “Ai miei tempi”, paragonando l’epoca d’oro della CGI (2004, non 1004) ad ora. Ma effettivamete il confronto è impietoso. Il più delle volte. Perché? Perché non abbiamo tempo, perché andiamo di corsa, perché la macchina mangia viva anche la Disney, e sacrifichiamo spesso la cosa più importante. Banalmente, l’amore del dettaglio, che richiede tempo.

Ecco, questo superman non lo fa. Questo film ha fantasia, questo film si diverte, a modo suo, e ci mostra tutto in maniera limpida. Apprezzare la parte visiva di un film di questo tipo non è cosa da poco, dato che la metà del tempo la passiamo a vedere creature, combattimenti, buchi neri (ci torneremo), squarci interdimensionali intertemporali (ci torneremo) e mostroni alti un palazzo. 

Inevitbilmente, ragazzi, entriamo nella sezione SPOILER.

3, 2, 1. SI VOLA.

Quanto sono belle le creature, tutte.
Quanto sono azzeccati i personaggi, tutti.

Quanto riesci a capire tanto da una sceneggiatura che manca (forse troppo) di spiegoni, solo con le immagini, le interazioni e gli effetti speciali.

Ho amato sia la resa dei personaggi, sia il tono visivo del tutto. Emblematica è la scena con il mostrone alieno, che era si gommoso e leggero come impatto visivo; ma era realistico, una cosa che si sposava con il tono della città. Qualcosa che guardavi e non pensavi: “Ok, è finto”. 

Anche sui personaggi credo di poter fare la stessa analisi. Dico credo perché, per l’appunto, io non li conoscevo, quindi dire se la ricostruzione è accurata o meno, non posso dirlo. Però quello che posso dire è che capisci sempre chi hai davanti. Non capisci tutta la loro storia, da dove vengono, come hanno ottenuto i poteri, i loro conflitti interiori ed esteriori ecc… e tutto questo, perché in realtà non interessa minimamente al film… però capisci chi sono. Capisci come si muovono, e in che mondo si muovono.

Un mondo nel quale Lanterna Verde crea dei guanti da forno per bloccare gli artigli di un mostro colossale. Non sto scherzando. 

Un mondo in cui un reporter semplice è un incrocio tra Marlon Bando, Brad Pitt e Sean Connery agli occhi delle donne di mezza Metropolis. Non sto scherzando.

Un mondo in cui lo stesso Lanterna Verde ribalta Carri Armati a suon di diti medi giganteschi immaginari. Non sto scherzando.

Questo è il classico mondo in cui ama vivere James Gunn. 

La trama? Semplicissima.

Superman le prende. Va a casa e si sistema con il sole giallo. Torna a combattere e le prende di nuovo. Litiga con la ragazza. Il giorno dopo combatte, le prende, gli rubano il cane, va a riprenderlo, viene catturato e quasi ucciso (le prende), finisce quasi in un buco nero (poi ci arriviamo), salva il cane, viene salvato, va a casa a dormire, torna in città per chiudere uno squarcio temporale dimensionale (poi ci arriviamo), va a fare a cazzotti con i cattivi, le prende, vince, perde, vince, perde, perde di brutto, chiama il cane, vince, fa un discorso patriottico sulle diversità a Lex Luthor, vince, si bacia in volo, torna a casa.

Questo, in soldoni e in soldini, è quello che potrebbe dirci anche Wikipedia. Al che uno dovrebbe dirmi: “Ok, e invece la trama nasconde…”  no, niente è questo. Davvero solo questo. Che è anche un bene come cosa, è il taglio stesso del film. Però i personaggi sono caratterizzati, a cominciare dalla top three di protagonisti: Lex Luthor, Superman e Lois, con una particolare nota di merito per Lois, che mi ha davvero divertito e interessato. Un personaggio femminile non accessorio. In effetti questa cosa del non accessorio è comune a questo film, anche ad un altro personaggio: la biondona… ragazza di Luthor e che poi finisce per essere la chiave di volta per incastrare il cattivo geniale e completamente fuori di testa. 

Ma completamente.

Ma fuori di testa di brutto.

Ma davvero tanto.

Ma come ti viene in mente.

Io come detto all’inizio di questi pensieri sparsi, non ho la passione per Superman, e non conosco né protagonista, né antagonista. Entrambi, in questo film, mi hanno lasciato perplesso. O incuriosito, fate voi.

Lex Luthor ha un problema. E’ razzista (termine usato non a caso) contro gli alieni, contro i metaumani. Ma il problema di Lex Luthor è che è fissato con Superman. Perché? E’ alieno, per l’appunto, è forte, ed è diverso. Grossomodo queste sono le motivazioni che percepiamo, ma quello che vediamo è: un uomo che sa a memoria le mosse di Superman. A memoria. Al punto di poter giocare a battaglia navale tramite il suo “Ultraman”; un uomo che è incurante di ciò che scatena pur di vincere; un uomo che può scatenare un titano indistruttibile solo per far perdere a Superman; un uomo che ha costruito un Universo Carta. Che cos’è? …


Ok, vi dico la verità. Ho provato tipo 5 volte a scrivervelo, ma quello che conta è che è una supercazzola di scienza e fisica quantistica che potrebbe portare alla distruzione del cosmo e della nostra esistenza: lui attiva un portale con la nostra dimensione, entra in un’altra dimensione, e ogni volta che ha accesso a questa dimensione la terra e la nostra realtà hanno un’alta possibilità di disgregarsi. Rischioso? Beh, se consideriamo che nel corso del film la usano anche per prenderci un caffè si.

Ma lui è incurante. Lui deve abbattere Superman.

E cavoli se in questo film Superman le prende, in ogni modo possibile. A volte emotivamente, a volte fisicamente, a volte entrambe o con la kryptonite…

Ma le prende di brutto. 

E questo mi porta anche alla seconda parte del mio ragionamento, ovvero… Superman. La mia scarsa conoscenza non mi aiuta, ma una domanda me la pone: ma è davvero così arrogante questo supereroe? Mi ha trasmesso questa sensazione, soprattutto nella prima parte, molto meno nella seconda, quando chiaramente ha perso tutte le sue certezze: la ragazza, ma soprattutto il cane e le famiglie.


E su questi due termini, cane e famiglia si giocano la parte migliore e peggiore del film.


Il cane. Quanto è bello Krypto, il cane kryptoniano superpotente di superman: anarchico, dotato di mantello, superforte ecc.. Un superman che scodinzola. Il cane è il miglior amico dell’uomo, non a caso questo personaggio è ricalcato sulle orme di Ozu. No, non sto parlando dello storico regista orientale, ma del cane di James Gunn, trovato, adottato e amato come non mai. Se vedendo il trailer temete di trovarvi di fronte a un personaggio accessorio, non temete, non rimarrete delusi.

Venendo alla famiglia… iniziano le rogne. 

Come sanno anche i sassi, Superman viene da un pianeta alieno, con un messaggio da parte dei suoi genitori. La parte interessante è che parte del messaggio si distrugge con l’arrivo di Superman, e noi scopriamo solo in corso d’opera che la seconda parte dei genitori amorevoli è tipo: “Conquista la terra e ogni singola donna e fanne il tuo Harem”. Quindi effettivamente il nostro supereroe arriva a vivere un conflitto importantissimo con la sua terra natale, ma anche con la terra che lo ha accolto, pur non sapendolo.

Eppure. Eppure questa famiglia, questa casa manca di mordente. Anche se lui si eclissa in questa fortezza ghiacciata. Anche se è in compagnia di simpatici robot, anche se ha un cane e non solo… quello che ci manca è proprio l’impatto che ha avuto questa famiglia su di lui. Che è paradossale, perché è molto presente. Come è paradossale che il cameo di Bradley Cooper riesca a passare inosservato, almeno dal mio punto di vista. O meglio, non tangibile, non di impatto. 

Come è paradossale che la seconda famiglia: quella terrestre, di due contadini che lo hanno adottato di fatto e che lo amano alla follia, passi inosservata.

Scontata.

Ecco, questo non mi è piaciuto. E da qui arrivo a fare un volo pindarico per collegare il tutto ai buchi neri.



Vado a vedere un film di superman e vedo due buchi neri.



Attenzione: se siete amanti di Superman e per voi questo è un normale giovedì per l’iconico eroe alzo le mani e prostro il capo.

Però cavolo, due buchi neri in due ore di trama, con uno squarcio temporale in atto: dal primo buco nero scappa con un fortissimo soffio, e dal secondo… con un codice, rubato a Lex stesso.

Per carità, ci sta, è un film di azione. Ma tutto questo: le famiglie, le battaglie, i buchi neri, la terra in pericolo… mi è mancato qualcosa a tutto questo: la sospensione dell’incredulità. Quella cosa che guardi il film e comunque sei in un mondo coerente, fatto di emozioni e azioni/reazioni coerenti.

Questo non perché sia un brutto film. Questo è il cinema che ha scelto James Gunn. E lo porta avanti in maniera dignitosa. Ma laddove riesce a curare ogni brand su cui mette le mani, come una sorta di Re Mida; dall’altra parte questo stile innamorato anche del gioco e del caos lo porta a mettere da parte inevitabilmente l’èpos che potrebbe accompagnare il tutto. Ad esempio: la scoperta che Ultraman in realtà è Superman è un momento di passaggio e basta; così come tutte le cose della trama, guerra compresa, passano con una tale leggerezza che non senti un vero e proprio pericolo. 

E ci risiamo, perché avete ragione, è un film di supereroi, lo sai che finisce bene (chi ha visto il film sa che comunque ci sarà un piccolo colpo di scena macabro inaspettato e che non metto neanche nella sezione spoiler)... ma di fronte ai film di Gunn mi sembra sempre che la posta in gioco non sia mai così alta al punto di doverci giocare il tutto per tutto. Anche in Mission Impossible tu sai che Ethan ce la fa, che in quel mondo è tutto credibile, però ogni cazzotto che si tira con qualche energumeno ha un rischio dietro.
Paragone che regge fino a un certo punto, però il succo è questo.

Ora… riassumendo e venendo alla conclusione.

Superman va visto? SI. SI. SI. SI. SI. SI.

Perché ha da parlare, perché fa sorridere, perché è un film dove l’azione passa sempre alla luce del sole, e non c’è mai il caos di una CGI improbabile, perché c’è Krypto, perché i personaggi sono ben strutturati, perché c’è Krypto, perché c’è un caos di idee da gustarsi, perché non annoia, perché c’è Krypto, perché speriamo che ci sia comunque un prossimo capitolo, perché c’è Krypto.

Perché, malgrado le critiche, questo è comunque un cinema degno di essere chiamato tale, a mio modo di vedere e per quello che deve rappresentare. Speriamo che abbia da dare ancora qualcosa nei prossimi capitoli.

Perché c’è Krypto anche lì.

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